Il concerto dei The National al Roma Summer Fest ha segnato il tanto atteso ritorno della band in Italia dopo due anni di assenza. La serata del 3 giugno, nella suggestiva cornice della cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, è iniziata alle 21:45. L’attesa, già carica di emozione, si è fatta sempre più elettrizzante ogni volta che sullo schermo collegato al backstage appariva qualche movimento, preannunciando l’imminente arrivo della band.
I The National, band newyorkese attiva dal 1999, si sono affermati come una delle formazioni più influenti del panorama indie rock, con oltre due milioni di album venduti solo negli Stati Uniti. La formazione comprende Matt Berninger alla voce, i fratelli Aaron e Bryce Dessner alle chitarre e alle tastiere, e la sezione ritmica composta dai fratelli Scott e Bryan Devendorf rispettivamente al basso e alla batteria.
Il 2023 è stato un anno davvero speciale per il gruppo, che ha regalato ai fan non uno, ma ben due nuovi album. Ad aprile è uscito The First Two Pages of Frankenstein e a settembre Laugh Track, quest’ultimo accolto con entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica. Il suono dei The National, che fonde testi malinconici con una strumentazione ricca e complessa, continua a evolversi senza mai perdere il loro tocco distintivo.
Matt Berninger, elegante in giacca e pantaloni neri, ha aperto il concerto con Runaway dal loro album del 2010, High Violet. La scenografia, con luci che passavano dal bianco al rosa, ha perfettamente incorniciato la sua voce profonda. Quando è arrivato il momento di Fake Empire, il sontuoso lirismo e il crescendo euforico di pianoforte e batteria hanno risuonato tra il pubblico, evocando le armonie stratificate dei Beach Boys e di Crosby, Stills, Nash & Young.
Sul palco, Berninger si muove con spontaneità e autenticità inconfondibili. I suoi passi di danza irregolari accompagnano un’interpretazione dei testi così naturale e colloquiale da sembrare una conversazione tra vecchi amici. Non si limita a stare sul palco: scende spesso tra la folla, cerca il contatto con i fan, stringendo mani e condividendo attimi di vera vicinanza. I fratelli Dessner, visibilmente compiaciuti, si scambiano sguardi e sorrisi complici.
Tra i momenti salienti del concerto, le esecuzioni di Don’t Swallow the Cap, Bloodbuzz Ohio, The System Only Dreams in Total Darkness e I Need My Girl . E’ stata proprio l’interpretazione di quest’ultima canzone a lasciare una traccia della serata nell’animo di chi era presente, soprattutto grazie alla dedica affettuosa di Berninger alla sua adorata figlia, Isla. In quel momento, si è potuto percepire chiaramente il legame profondo che la band ha con la propria musica e con i propri affetti più cari.
La scaletta, un equilibrato mix di brani vecchi e nuovi, ha offerto un’esperienza di ascolto ricca e variegata, catturando l’attenzione del pubblico. Il loro spettacolo, grezzo ma coinvolgente, ha ricordato agli ascoltatori le radici profonde della band.
Il concerto si è concluso con la performance in acustico e a luci spente di Vanderlyle Crybaby Geeks, con il microfono rivolto verso il pubblico che l’ha cantata con tutto il fiato che aveva.Berninger, sfinito ma sereno, ci ha consegnato un dono prezioso: l’eco delle nostre voci che danzavano insieme alla sua, invitandoci a custodire un frammento di quell’incanto nel nostro viaggio di ritorno a casa.
Ecco la scaletta del concerto:
- “Runaway”
- “Eucalyptus”
- “Tropic Morning News”
- “New Order T-Shirt”
- “Don’t Swallow the Cap”
- “Bloodbuzz Ohio”
- “The System Only Dreams in Total Darkness”
- “I Need My Girl”
- “Lemonworld”
- “The Geese of Beverly Road”
- “Lit Up”
- “Conversation 16”
- “Alien”
- “Deep End (Paul’s in Pieces)”
- “Day I Die”
- “Humiliation”
- “Murder Me Rachael”
- “England”
- “Graceless”
- “Fake Empire”
- “Space Invader”
Encore:
- “Smoke Detector”
- “Mr. November”
- “Terrible Love”
- “About Today”
- “Vanderlyle Crybaby Geeks” (Cantata dal pubblico con la direzione di Matt)