Megalopolis di Francis Ford Coppola segna il ritorno sulla Croisette di Cannes del regista Francis Ford Coppola. Caesar Catalina (interpretato da Adam Driver) è un architetto dalle grandi idee e con la capacità, talvolta, di fermare il tempo. Vuole costruire una città futuristica e fantascientifica, New Rome, che sarebbe una versione futuristica e alternativa di New York City. A ostacolarlo c’è il sindaco Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito), che teme che questa ambiziosa utopia si trasformi in una distopia.
Le cose si complicano ulteriormente quando la figlia del sindaco, Julia (Nathalie Emmanuel), entra a far parte della vita e dei piani di Caesar. Altri personaggi come l’ambizioso Clodio Pulcher (Shia LaBeouf) e il reporter televisivo manipolatore Wow Platinum (Aubrey Plaza), si inseriscono in una trama che che si contorce sempre più su se stessa nel tentativo di fare continui paragoni tra il declino della società moderna e il passato.
Il tema centrale intorno al quale ruota “Megalopolis” è una società in disfacimento, con la corruzione e il degrado ovunque, tanto nel mondo del film quanto nel nostro. Tra dialoghi di una inutilità sconcertante e scene buttate li palesemente come riempitivo, il film si perde nella sua stessa ambizione e smarrisce il punto di vista dal quale era partito: una critica ai “grandi uomini” consumati dall’arroganza e dall’avidità.
Di Megalopolis, rimane il sogno di un film che è rimasto nel cassetto per anni, fin dal 1979, mentre il regista si trovava sul set di Apocalypse Now. Alla fine, ha deciso di autofinanziare il progetto con i proventi derivanti dalla vendita della sua quota nell’impero vitivinicolo di famiglia, raccogliendo un imponente capitale di 120 milioni di dollari.In questo modo. Coppola ha voluto cosí garantirsi la massima libertà creativa e l’indipendenza artistica assoluta, sfuggendo a qualsiasi tipo di controllo o manipolazione da parte del pubblico o della critica.