Il vincitore del World Press Photo of the Year è Mohammed Salem, con la sua toccante immagine di una donna palestinese che stringe il corpo della sua nipote uccisa durante un attacco aereo israeliano a Khan Younis, Gaza. La foto non solo documenta una singola tragedia, ma simboleggia anche le sofferenze di intere comunità coinvolte nei conflitti armati.
La mostra del World Press Photo 2024 è aperta al pubblico fino al 9 giugno al Palazzo Esposizioni di Roma, grazie alla promozione di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e all’impegno dell’Azienda Speciale Palaexpo. Ideatrice dell’evento è la World Press Photo Foundation di Amsterdam, che da decenni si impegna a riconoscere e promuovere il lavoro dei fotografi documentaristi di tutto il mondo. Quest’anno, i vincitori sono stati selezionati tra una vastissima selezione di oltre 61.000 fotografie e progetti provenienti da 130 Paesi diversi, evidenziando la portata globale e l’importanza culturale di questo concorso.
Le opere premiate raccontano storie toccanti e rilevanti, spaziando dalle conseguenze dei conflitti e delle crisi politiche alla lotta contro la crisi climatica e ai drammi umani legati ai flussi migratori. Ogni immagine è stata valutata non solo per la sua qualità estetica, ma anche per la sua capacità di comunicare un messaggio profondo e universale.
Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato a Lee-Ann Olwage per il suo progetto “Valim-babena” ambientato in Madagascar. Uno sguardo intimo sulla vita di un anziano affetto da demenza e sulla dedizione della sua famiglia nel prendersene cura. Attraverso una serie di immagini evocative e toccanti, Olwage ha restituito l’essenza del rapporto speciale tra il paziente e i suoi cari, mettendo al centro del suo obiettivo l’importanza dei legami familiari e la sfida quotidiana di fronte alle malattie mentali in contesti dove la sensibilizzazione è limitata.
Alejandro Cegarra ha ricevuto il premio World Press Photo Long-Term Project per il suo lavoro sui migranti al confine tra Messico e Stati Uniti. Documentando le difficoltà e la resilienza di queste persone che affrontano politiche migratorie sempre più rigide e condizioni di vita precarie, Cegarra ribadisce nel suo lavoro la complessità della migrazione nel contesto contemporaneo.
Il World Press Photo Open Format Award è stato conferito a Julia Kochetova per il suo progetto “La guerra è intima”. Una combinazione di fotografia, poesia, clip audio e musica restituisce un ritrattopo liedrico sulla vita in una zona di guerra, rivelando non solo le tragedie umane ma anche la resilienza e la speranza che possono emergere anche nei momenti più bui.
La mostra del World Press Photo 2024 mira ogni anno a far riflettere sulle sfide globali e ad aumentare la comprensione delle realtà complesse che ci circondano. E ci ricorda quanto sia fondamentale il ruolo della libertà di stampa nel raccontare queste storie in modo aperto e trasparente, incoraggiando così un dialogo significativo e una maggiore consapevolezza a livello globale.