Paul McCartney non è soltanto un leggendario membro dei Beatles, ma anche un appassionato fotografo. Oltre 250 scatti, rinvenuti dal’artista nel suo archivio personale nel 2020, sono ora esposte in una mostra intitolata Paul McCartney Photographs 1963-64: Eyes of the Storm, inaugurata il 3 maggio 2024 al Brooklyn Museum, dopo una prima presentazione alla National Portrait Gallery di Londra.
Le fotografie, scattate tra novembre 1963 e febbraio 1964, documentano il periodo in cui i Beatles esplodevano sulla scena mondiale, dando vita al fenomeno globale noto come “Beatlemania”. Le immagini, prevalentemente in bianco e nero, offre uno sguardo intimo su come fosse la vita dentro e fuori dal palco dei quattro membri della band. Vediamo John Lennon, George Harrison e Ringo Starr durante i backstage nella nativa Liverpool.
Le foto ritraggono quattro giovani uomini tra i venti e i trent’anni, indossare abiti eleganti e quello che i media avrebbero definito “mop top”, un taglio di capelli medio, giovanile, con una frangetta pesante che veniva considerata trasandata negli anni ’60. Si passa dagli studi di registrazione di Parigi, dove la band è imapnata a scrivere canzoni per il film A Hard Day’s Night, ai 18 spettacoli presso il Teatro Olympia.
Il fulcro della mostra è il tour negli Stati Uniti. Il 7 febbraio 1964 la band atterra a New York. Il loro arrivo scatena una vera e propria psicosi. Ad attenderli all’aeroporto ci sono migliaia di fan in delirio, tutti vogliono vedere il gruppo inglese che con I want to hold your hand, brano d’apertura dell’album Meet the Beatles!, è balzato in vetta alla classifica americana dei 45 giri.
La macchina fotografica di McCartney racconta l’enormità della fama attraverso i finestrini dell’auto che li porta in giro per Manhattan. Il suo l’obiettivo si scontra con centinaia di fotografi disperati nel tentativo di catturare ogni movimento della band. Coglie momenti di isteria negli occhi di una folla isterica e invasata.
Il musicista documenta passo passo l’arrivo dei Beatles allo Studio 50 della CBS, ospiti dell’evento culturale americano più importante del dopoguerra. Il 9 febbraio 1964 l’esibizione dei Fab Four all’Ed Sullivan Show, è seguito da oltre 73 milioni di telespettatori (23 milioni di famiglie), circa il 34% della popolazione statunitense dell’epoca. A Washington DC, dove il presidente Kennedy era stato assassinato solo pochi mesi prima, la macchina fotografica di McCartney incontra gli occhi di una giovane ragazza con un fazzoletto in testa.
Dal bianco e nero si passa ai colori della vacanza a Miami. McCarteny si lascia andare a ritratti intimi di ciascun membro del gruppo. In una foto Lennon sembra finalmente spontaneo con uno sguardo libero dai suoi iconici occhiali da sole che guarda dritto in camera. Un’istantanea immortala George Harrison, considerato il più riservato del gruppo, con due cappelli decorati con paillettes, un altro scatto coglie il simpatico batterista Ringo Starr, in una espressione assorta, quasi a presagire i tempi bui che seguiranno da lì a qualche anno.
La mostra presenta le fotografie esattamente come McCartney le ha inquadrate nella sua Pentax, senza alcuna modifica o ritaglio. Nonostante molte foto non siano tecnicamente, alcune leggermente imbarazzanti perché mal composte, la mostra rimane un affascinante viaggio nel tempo di un gruppo che avuto un impatto o profondo sulla società e sulla coscienza collettiva di intere generazioni, superando le differenze linguistiche e culturali.