Zamora è il fenomenale portiere spagnolo degli anni ’30, ma è anche il titolo di un libro scritto da Roberto Perrone (HarperCollins già Garzanti), nonché dell’opera prima di Neri Marcorè. L’attore debutta dietro la macchina da presa in concorso al Bifest di Bari, e dal 4 aprile al cinema con 01 distribution, con una storia ambientata negli anni sessanta.
Il protagonista è Walter Vismara, interpretato da Alberto Paradossi, un uomo timido e impacciato, un ragioniere nell’animo prima ancora che di professione, che conduce una vita ordinata e senza sorprese in una fabbrichetta di Vigevano e che da un giorno all’altro si ritrova catapultato in un’azienda avveniristica della vitale e operosa Milano al servizio di un imprenditore moderno, brillante, ma soprattutto fissato con il calcio: il cavalier Tosetto (Giovanni Storti).
Nell’ufficio lo soprannomineranno per sfotterlo: Zamora. E lì entrerà in campo Neri Marcorè nei panni di un ormai ex atleta caduto in disgrazia, che aiuterà Walter a scoprire i trucchi del mestiere del portiere.
Nel cast anche: Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Giacomo Poretti, Giovanni Storti e Davide Ferrario.
“Non vedevo l’ora che questo film uscisse- dice Neri Marcorè -. Era pronto da un annetto. La risposta del pubblico è stata meravigliosa e travolgente e questo per me è motivo di grande commozione e soddisfazione perché siamo consapevoli di aver fatto un buon lavoro.
Nel passare dietro la macchina da presa Marcorè ammette di aver ricevuto l’imprinting di Pupi Avati, un regista che si mette vicino agli attori e non guarda dal monitor. E aggiunge: “Fare il regista era un mio vecchio pallino. Sono riuscito a realizzarlo grazie ad Agostino Saccà di Pepito Produzioni e anche a Paolo Del Brocco di Rai Cinema. Mi sono liberamente ispirato al libro Zamora di Roberto Perrone, ma il mio non è un film sul calcio. Il calcio è solo un pretesto per raccontare diversi personaggi. E io soprattutto ho voluto fare questo passo su un terreno che mi rispecchiava: quello di un ragioniere timido che si trasferisce da un piccolo centro in una grande città. Corrisponde molto a quello che sono io”.
E poi: “Questa è una storia ambientata negli anni sessanta, ma che parla anche di oggi. Infatti i personaggi femminili sono tutti moderni, liberi e molto contemporanei”.
E Alberto Paradossi dice: “È stata un’esperienza fantastica. Un grande scambio. Anche io mi rivedo in alcuni aspetti del mio personaggio perché dalla provincia mi sono spostato a Roma. Non credo di essere timido ma ho quella discrezione tipica del Nord”.
Infine Neri Marcorè conclude: “Sono felicissimo della grande accoglienza che il mio film ha ricevuto qui a Bari. Mi sono davvero commosso”.