Guardando indietro, i nostri anni di scuola spesso li riviviamo con nostalgia o disprezzo assoluto. Anni in cui trasciniamo verso gli anni adulti nella speranza di essere finalmente a nostro agio nel corpo in cui viviamo. E’ comunque una fase dolorosa sia che fossimo comodamente seduti nel nostro piccolo cerchio sicuro o una sfortunata vittima lasciata fuori dal giro mentre il resto del branco ti sceglieva come preda per sopravvivere ed evitare un destino simile.
Il Patto del silenzio titolo francese Un Monde, è un film drammatico belga che spiritualmente è un thriller survival – una incessante serie di colpi allo stomaco che, per me, almeno, ricorda gli orrori di integrarsi per la prima volta nella scuola.
Il primo film di Laura Wandel, andato in onda il 3 febbraio su RaiPlay, segue Nora di 7 anni (Maya Vanderbeque), che, dopo essere stata protetta dal fratello maggiore Abel (Günter Duret) contro il bullo alfa nel suo gruppo di amici, assiste agli atti di bullismo di cui finisce ad essere vittima il suo stesso fratello. All’inizio la bambina è scioccata e cerca di attirare l’attenzione degli insegnanti e del padre, ma Abel vuole tenere tutto segreto per non subire le ritorsioni dei suoi compagni aguzzini e le impone di rimanere in silenzio.
Il film e un ritratto brutale, crudele e sfortunatamente accurato della politica scolastica che spesso sceglie di ignorare episodi di questo genere. Come già accennato, la scrittrice/regista Laura Wandel non ha alcuna intenzione di far sì che questo sia un film nostalgico, ma scatenare le nostre ansie sopite di quegli anni in cui bisognava scegliere da che parte stare, della vittima o del carnefice.
Il patto del silenzio ci ricorda quanto crudeli e spietati possono essere i bambini – uccidi o sarai ucciso, caccia o sarai cacciato. La scuola come una giungla, una zona di guerra che mette alla prova la bontà, la malizia e persino l’indifferenza di questi bambini.
La scuola è il luogo dove i personaggi del film sopportano le condizioni più difficili, mentre prende forma la loro personalità che determinerà il percorso delle rispettive vite negli anni a seguire. Wandel è intelligente nel modo in cui inquadra e struttura il film. Tutto si svolge negli spazi scolastici, (aule, piscina, palestra, mensa), e’ lì che la regista sviluppa i temi chiave del film.
Wandel crea un autentico senso di disagio e malessere che ci costringe a combattere o fuggire insieme ai personaggi di Nora e Abel. E’ un viaggio che risveglia i nostri istinti migliori e peggiori mentre strisci attraverso il vetro rotto dei ricordi di infanzia che vorresti dimenticare.