Lunedì 27 e martedì 28 novembre 2023, presso il teatro Centrale Preneste, l’associazione Per Ananke propone due incontri di formazione dal titolo Teatro in carcere: la drammaturgia contemporanea nei luoghi ristretti. Gli incontri saranno tenuti da Francesca Tricarico, regista e ideatrice del progetto teatrale Le Donne del Muro Alto, di cui quest’anno ricorre il decennale, rivolto a donne detenute, ex detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione e saranno seguiti dalla messa in scena dello spettacolo Olympe.
ll progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE.
La partecipazione alle due giornate è aperta agli operatori del settore ed al pubblico ed è gratuita, e offre inoltre agli studenti la possibilità di attivare crediti formativi.
Gli incontri saranno l’occasione di analizzare la drammaturgia contemporanea nata nei luoghi ristretti, con particolare attenzione alle carceri femminili, ed ai linguaggi utilizzati nel teatro sociale soprattutto negli allestimenti con attori professionisti o semiprofessionisti provenienti da esperienze detentive. Al termine di ogni spettacolo la compagnia incontrerà il pubblico per confrontarsi sui temi, i percorsi e le modalità di realizzazione scelti per lo spettacolo stesso.
Lo spettacolo Olympe, scritto e diretto da Francesca Tricarico, interpretato dalle attrici ex detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione e con le musiche di Gerardo Casiello, è tratto dal romanzo La donna che visse per un sogno di Maria Rosa Cutrufelli, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nasce da un primo studio fatto nel 2015 all’interno del carcere Femminile di Rebibbia. La storia racconta gli ultimi mesi di vita di Olympe de Gouges (1748 –1793), drammaturga e attivista francese vissuta durante la Rivoluzione, che dedicò la sua vita e le sue opere ai diritti delle donne, ma anche dei neri, degli orfani, degli anziani, dei disoccupati, dei poveri. Il racconto dei giorni trascorsi in carcere fino al processo, che si conclude con l’esecuzione alla ghigliottina della protagonista, vuole essere un invito a riflettere sui pericoli della censura, della negazione della libertà individuale e sull’importanza della cultura come arma di difesa contro le ingiustizie sociali.
Lo scopo di queste due giornate è porre l’attenzione sulle caratteristiche, artistiche e creative, di un teatro che nasce e si sviluppa al di fuori dei luoghi tradizionali e sul come agisca all’interno di questi luoghi tradizionali favorendo non solo la riflessione sulla drammaturgia e i linguaggi del teatro sociale ma anche un dialogo costruttivo tra società civile e mondo carcerario, esercitare la cultura alla legalità, contrastare lo stigma legato alla detenzione con particolare attenzione alla detenzione femminile.
Gli incontri e le rappresentazioni si inseriscono tra le attività culturali volte a offrire occasioni diffuse di socializzazione, crescita culturale e formazione sia per gli spettatori che per le attrici coinvolte attraverso la lettura, il confronto e lo studio di opere teatrali tratte dalla drammaturgia classica e non, rivisitate alla luce delle biografie delle donne coinvolte che hanno vissuto o stanno vivendo la detenzione nel Carcere di Rebibbia Femminile. Rivisitazioni e allestimenti teatrali in grado di attrarre una tipologia di pubblico estremamente variegata, non solo appassionati ed esperti di teatro, ma anche spettatori legati al mondo detentivo e del sociale in generale e curiosi. Un pubblico diversificato che raramente si vede convivere insieme nei teatri tradizionali.
L’associazione Per Ananke nasce nel 2007, fin dalla sua costituzione, si occupa di teatro, in particolare teatro sociale, lavorando nelle carceri, centri per la salute mentale, scuole di ogni ordine e grado, università. Dal 2013 l’attività teatrale all’interno degli istituti di pena diventa l’attività principale dell’associazione con la nascita del progetto Le Donne del Muro Alto, prima nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia, portato in seguito nella Casa Circondariale femminile di Latina e la Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso e oggi anche all’esterno con donne ammesse alle misure alternative alla detenzione ed ex detenute
PER INFORMAZIONI:
La partecipazione agli incontri e agli spettacoli è gratuita e aperta al pubblico previa prenotazione a:infoledonnedelmuroalto@gmail.com