Scritto molti anni fa per un club comico da Anthony King e Scott Brown, il duo “Gutenberg” è arrivato a Broadway per un motivo ovvio: riunire sul paco Josh Gad e Andrew Rannells dodici anni dopo il successo del musical “Il Libro dei Mormoni”, dove interpretavano una coppia di missionari mormoni ingenui .
In “Gutenberg! The Musical!” interpretano Bud e Doug, amici d’infanzia di Nutley, N.J, questa volta nel ruolo di un amabile coppia di perdenti.
Il duo ha scritto un musical su Johann Gutenberg, l’inventore della stampa, ma anziché narrarne la storia, lo spettacolo si concentra sulla loro ricerca di finanziatori per portare l’opera a Broadway. Il budget limitato impedisce loro di assumere attori, così trascorrono tre giorni stampando cappelli con etichette per ogni personaggio presso FedEx Kinkos. I personaggi, tranne Gutenberg e l’amore Helvetica, sono senza nomi e vengono interpretati da Bud e Doug, accompagnati dalla banda “La Middlesex Six”, la band di matrimoni più rinomata del New Jersey.
Un problema con la premessa, ovviamente, è che lo spettacolo è effettivamente a Broadway, con un team creativo e un budget che potrebbe chiaramente permettersi di assumere gli altri tre membri della Middlesex Six. Superano questa scomoda verità spiegando che Bud e Doug hanno raschiato insieme tutti i loro soldi (compresa un’eredità ottenuta da uno zio morto facendo parapendio) per affittare il teatro di Broadway per una sola notte, invitando i produttori di Broadway a partecipare.
La meta-narrativa di “Gutenberg! The Musical!” aggiunge uno strato intrigante alla trama, trasformando l’opera in una riflessione autentica sulla creatività e l’amicizia. In un contesto in cui i protagonisti, Bud e Doug, sono già sul palcoscenico di Broadway, la storia assume una doppia dimensione. Da una parte, si svolge la rappresentazione apparente del musical su Johann Gutenberg, con Bud e Doug che indossano molti cappelli e interpretano vari personaggi. Dall’altra parte, emerge il dietro le quinte, dove Bud e Doug condividono idee, riflessioni e persino segreti personali.
La meta-narrativa amplifica l’esperienza dello spettatore, permettendo loro di vedere non solo il risultato finito del musical, ma anche il processo creativo e il rapporto unico tra i due autori. La tela bianca sullo sfondo, riflettendo le ombre dei narratori, simboleggia la creazione in corso, svelando gradualmente strati più profondi dei personaggi e della trama.
Questo approccio metanarrativo aggiunge profondità alla storia, trasformando la narrazione da una semplice commedia sul tentativo di portare uno spettacolo a Broadway in un viaggio più intimo e personale. La convinzione dei personaggi nel potenziale del loro musical diventa una metafora per la creatività stessa, evidenziando che, nonostante le sfide e le limitazioni, il processo creativo è intrinsecamente legato alla fede e all’amicizia.