Dopo il successo nell’estate romana, il festival Sempre più Fuori presenta la prima edizione del suo spin-off autunnale AUTO(RITRATTI), in programma dal 6 al 30 novembre nel Municipio II tra il Goethe-Institut, la Biblioteca Europea, l’Università Sapienza e l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo.
E come già a luglio, l’edizione d’autunno porta avanti le istanze del festival estivo attraverso un ricco programma che spazia tra lectio magistralis, spettacoli/reading, residenze, laboratori, film, concerti e incontri di approfondimento.
Sotto la direzione artistica di Antonino Pirillo e Giorgio Andriani, Sempre più fuori_ AUTO(RITRATTI) conferma infatti la caratteristica multidisciplinare della sua proposta, che punta a creare cultura con contenuti e insediamento, con l’attenzione a differenti formati artistici e la costante interazione con gli spazi e i contesti abitati.
Anche questa stagione del festival sarà percorsa insieme ad artisti affermati che affiancheranno altri in crescita nell’indagare il rapporto tra “tradizione” e innovazione nel campo della sperimentazione e della ricerca artistica, con l’obiettivo di costruire unhabitat per tutti e rafforzare le relazioni di una unica comunità creata da artisti, cittadini e spettatori di tutte le età e abilità, con una particolare attenzione rivolta questa volta a studenti e studentesse universitari.
Il programma si articola tra incontri dal formato insolito, come Qualcosa di sé. Daria Deflorian in dialogo con RossellaMenna, durante il quale la pluripremiata autrice, regista e performer, figura di spicco della scena teatrale italiana ed europea, inverte la prospettiva ed è lei a intervistare l’autrice della monografia a lei dedicata; oppure Passo a due. Katia Ippasoincontra Licia Lanera, costruito dalla giornalista Katia Ippaso intorno alla carriera di un’altra grande protagonista della scena contemporanea, attrice, drammaturga, regista teatrale, più volte Premio Ubu.
Sotto forma di AUTO(RITRATTI) sono poi le tre lectio magistralis tenute da tre artisti presso tre cattedre dell’UniversitàSapienza: quelle di Storia del teatro e della regia del Prof. Guido Di Palma e di Organizzazione e produzione dello spettacolo della Prof.ssa Noemi Massari (Facoltà di Lettere), dove salirà per la sua lectio Fabiana Iacozzilli, regista e drammaturga cheporta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica, sulle potenzialità espressive della figura del performer e su un teatro dal forte impianto visivo; quella di Storia del teatro moderno e contemporaneo della Prof.ssa MartaMarchetti, da cui parlerà Liv Ferracchiati, autore e scrittore che già giovanissimo ha ottenuto molti riconoscimenti andando a occupare un posto di primo piano nella nuova drammaturgia italiana; quella di Teorie e Tecniche delle arti elettroniche e digitali (Facoltà di Architettura) della ricercatrice Flavia Dalila D’Amico, che ospiterà Paola Di Mitri, regista, autrice e performer di cinema e teatro documentario che da anni lavora sulla frizione tra linguaggi e codici diversi per raccontare larealtà.
Tre sono anche i Ritratti a partire dalle opere di Italo Calvino, in occasione del centenario della nascita dello scrittore e intellettuale. Al termine di un periodo di residenza, le tre restituzioni pubbliche in forma di reading/spettacolo saranno proposte da Martina Badiluzzi, Giovanni Onorato e Gioia Salvatori e Andrea Cosentino.
Uno studio approfondito di Romeo Castellucci, artista complesso, tra i massimi esponenti del teatro d’avanguardia insiemealla sua compagnia Socìetas Raffaello Sanzio e oggi protagonista indiscusso del teatro contemporaneo italiano e internazionale, è il film Theatron Romeo Castellucci del pluripremiato regista Giulio Boato.
Dedicato alla musica è infine l’appuntamento di chiusura con il live-set del serbo Marko Nikodijevic (vincitore del Premio Roma 2023/24 presso l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo), uno dei compositori più interessanti della recente musica d’avanguardia che, in duo con Luka Kozlovački, costruirà un labirinto ballabile di loop e droni, appositamente concepito per il festival. L’evento è co-realizzato con l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo.
Inoltre, Sempre più fuori_ AUTO(RITRATTI) realizzerà nel biennio due audiolibri con la voce dell’attrice Emanuela Villagrossi, in collaborazione con il progetto “I libri Sapienza parlano” del Sistema Bibliotecario Sapienza. L’obiettivo è quello di fornire nelle Biblioteche Sapienza testi in versioni accessibili per le persone con disabilità visive e DSA, attualmente presenti solo in piccolissima percentuale nel mercato editoriale. Nell’edizione 2023 si comincia con I fili del tempo. Memorie di una vita(Feltrinelli) di Peter Brook, autobiografia intensa e luminosa che il grande regista ci ha lasciato al culmine della sua carriera.
Sempre restando sui temi di inclusività e accessibilità, durante lo svolgimento del festival sono previsti due laboratori: un laboratorio di Radio partecipata per studenti e abitanti del Municipio II a cura di Radio Frammenti e il laboratorio integratoParole, corpi, città: un glossario per la pluralità a cura di Alessandro Schiattarella, coreografo indipendente con disabilitàche vive a Basilea, in co- realizzazione con Performing Architecture/Goethe-Institut e Museo delle Periferie.
Sempre più fuori è un progetto di Cranpi in collaborazione con Goethe-Institut, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, la Biblioteca Europea e l’Università Sapienza con il patrocinio del Municipio II – Roma Capitale. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con S.I.A.E.
Il programma giorno per giorno
Il taglio del nastro è lunedì 6 novembre con Daria Deflorian che, alla Biblioteca Europea alle 19, intervista Rossella Menna,autrice del libro Qualcosa di sé_Daria Deflorian e il suo teatro (Luca Sossella Editore 2023). Figura di spicco della scena teatraleitaliana ed europea, il cui percorso artistico ha rivelato la possibilità di un equilibrio originale tra tradizione e innovazione tantodal punto di vista della recitazione che da quello della scrittura drammaturgica, Deflorian è protagonista di un incontro dalformato insolito, durante il quale è lei stessa a intervistare Rossella Menna, autrice della monografia a lei dedicata. Una biografia che ricostruisce l’intero percorso artistico dell’artista, attraverso ricerche d’archivio, e le fondamentali testimonianze direttedell’attrice e di altre figure incontrate lungo la sua carriera. Pur nel rigore di una ricostruzione storica documentata, il racconto ha un respiro letterario che fa emergere a ogni pagina l’intreccio emozionante tra una tensione esistenziale e la sua traduzione inopera d’arte.
Lunedì 13 al Goethe-Institut alle 20, per la serie Ritratti a partire dalle opere di Italo Calvino, in occasione del centenariodella nascita dello scrittore e intellettuale, prende vita la prima restituzione pubblica in forma di reading/spettacolo, esito di una residenza curata da Gioia Salvatori e Andrea Cosentino. In una conferenza del 1967 dal titolo Cibernetica e fantasmi, Calvino preconizzava l’obsolescenza dell’autore letterario sostituito dall’intelligenza artificiale. Era il culmine della stagionestrutturalista che lo porterà alle sue opere più spericolatamente combinatorie come Palomar, Le città invisibili o Se una notte d’inverno un viaggiatore. Prendendo a pretesto la reinvenzione calviniana dell’epica cavalleresca e giocando in diretta conChatgpt a distorcere e deformare le trame e gli intrighi dell’ultimo romanzo della Trilogia degli antenati, i due attori in scenaprovano in qualche modo a delineare un ritratto non più tanto futuribile di autore inesistente.
Al via da mercoledì 15 fino a domenica 18 il laboratorio Parole, corpi, città: un glossario per la pluralità, un’iniziativa del programma Performing Architecture del Goethe-Institut, del Museo delle periferie, dell’associazione Urbane Praxis, della nGbK Berlin,in collaborazione con Alessandro Schiattarella, coreografo indipendente con disabilità che vive a Basilea e che definisce il suo lavoro come una forma di resistenza contro le prospettive abiliste. Scopo finale sarà quello di creare un Glossario per la pluralità che possa essere utilizzato per rendere le città più accessibili e inclusive per tutti. Il suo progetto giunge a Roma, dopo aver fatto tappa a Berlino e a Venezia (ospite nel programma Performing Architecture presso la 18a Biennale d’Architettura). Il workshop offrirà un approccio teorico e pratico, con esercizi, giochi e movimento, al fine diapprofondire termini come accessibilità, cura, inclusione, Crip Time, modelli di disabilità (medico, sociale politico-relazionale), disabilità invisibili, malattie croniche, neurodiversità, Spoon Theory ed altri. Al Goethe-Institut alle 15.
Lunedì 20 alle 20, la giornata al Goethe-Institut è dedicata al cinema con la proiezione di Theatron Romeo Castellucci, filmdel pluripremiato regista Giulio Boato su Romeo Castellucci, protagonista indiscusso del teatro contemporaneo italiano e internazionale. Sulle note di Vivaldi, Theatron è uno studio dell’artista senza precedenti: il commento di Romeo e Claudia Castellucci si lega alle testimonianze di drammaturghi, compositori, coreografi, critici e attori (tra cui Willem Dafoe) che hanno collaborato con il regista. Tra le prove generali e i viaggi nei teatri di tutto il mondo, il film è una profonda riflessione non solo sullo spettacolo, ma sul legame dell’autore con la rappresentazione della natura umana.
Mercoledì 22 alla Facoltà di Lettere della Sapienza alle 18, Fabiana Iacozzilli terrà la prima Lectio magistralis in forma diAUTO(RITRATTO) affiancata dal Prof. Guido Di Palma e dalla Prof.ssa Noemi Massari. L’autrice, regista e drammaturgaporta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica, sulle potenzialità espressive della figura del performer e su un teatro dal forte impianto visivo. Il suo percorso artistico ha inizio con la regia dello spettacolo Il lupo e icinque capretti all’età di otto anni, quando capì che il teatro aveva a che fare con la libertà, l’invenzione, il coraggio e la gioia. Diplomata in regia presso il Centro Internazionale La Cometa di Roma, ha collaborato come assistente regista ed è diventata membro del Lincoln Center Directors Lab (Metropolitan/New York). Ha dato vita alla compagnia Lafabbrica, con cui ha ottenuto il premio Play Festival 2013 (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa) che l’ha portata, assieme alle suecolleghe, a debuttare al Piccolo Teatro di Milano. Nel 2018 nasce La classe un docupuppets per marionette e uomini, premio Inbox 2019, premio ANCT 2019 e premio UBU 2019 per il miglior progetto sonoro, spettacolo che ha avuto una lunga, lunghissima gestazione, e ha rappresentato per la regista e autrice una grande sfida stimolante. Nel luglio 2020 Una cosa enorme debutta alla Biennale Teatro 2020 e replica a REF2021. Nel 2021 è regista di Abitare il ritorno, progetto di teatro comunitario ideato da Asinitas e inserito in INCROCI -progetto di interscambio tra realtà che usano il teatro come strumento di interazione culturale- e nel progetto di scambio internazionale di pratiche teatrali Literacy Act. Nel 2022 Abitare il ritorno vince il Bando CIVIS Open/Lab/Civic engagement – Festival Teatrale “Teatro delle migrazioni”. Nel 2022 cura la mise en lecture di En Abyme per la Biennale di Venezia 2022, spettacolo con il quale debutta in prima nazionale nel giugno 2023 alla Biennale di Venezia. Nel 2023 cura insieme a Cranpi il progetto Piccole donne, tratto da L. M. Alcott, laboratorio di teatro integrato con giovani donne che soffrono di disturbi alimentari in collaborazione con Villa Pia-Korian Italia di Guidonia Montecelio.
Venerdì 24 protagonista di un’altra Lectio magistralis in forma di AUTO(RITRATTO) con la Prof.ssa Marta Marchetti e Maura Teofili alla Facoltà di Lettere della Sapienza, alle 10 del mattino, è Liv Ferracchiati. Autore, regista e performer,diplomato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano nel 2014, subito dopo fonda la compagnia teatrale The Baby Walk e dà vita alla Trilogia sull’Identità, sul tema dell’identità di genere. Inizia una collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria edebutta con Todi is a small town in the center of Italy. Nel giugno 2017 il secondo capitolo della Trilogia, Stabat Mater, vince ilPremio Hystrio Nuove scritture di Scena 2017, mentre dopo un mese il terzo capitolo, Un eschimese in Amazzonia, si aggiudicail Premio Scenario 2017. Todi is a small town in the center of Italy, Peter Pan guarda sotto le gonne e Stabat Mater vengonoselezionati per la Biennale Teatro 2017. 45. Festival Internazionale del Teatro di Venezia da Antonio Latella. Alla Biennale di Teatro 2020, una menzione speciale viene attribuita a La tragedia è finita, Platonov, racconto autorale dell’omonimo testo di Anton Čechov. Nel 2020 viene pubblicato da Marsilio Editori il suo primo romanzo Sarà solo la fine del mondo.
Alle 20, al Goethe-Institut Giovanni Onorato presenta la seconda restituzione pubblica in forma di reading/spettacolo della sua residenza, nell’ambito dei Ritratti a partire dalle opere di Italo Calvino, che il festival dedica al grande narratore eprosatore del XX secolo. L’attore prende spunto dalla prima opera di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, in cui l’autore sceglie di raccontare la resistenza partendo dalla propria esperienza, per chiedersi se ha senso parlare di resistenza oggi.
Lunedì 27, chiude l’omaggio a Calvino – alle 20 al Goethe-Institut – Martina Badiluzzi con il suo reading/spettacolo per la serie Ritratti. Un attraversamento dei luoghi d’infanzia dello scrittore, attraverso due sue opere: Speculazione edilizia e Ilbarone rampante. Classe 1988, la giovane regista, autrice e interprete ha debuttato vincendo il bando College Registi Under 30 della Biennale di Venezia con lo spettacolo The making of Anastasia, di cui ha curato la regia e la drammaturgia a cavallo tra teatro e cinema. I suoi studi dei linguaggi performativi, la spingono alla ricerca di un dialogo possibile tra la scrittura,l’interprete e la scena.
Martedì 28 alle 19 la giornalista Katia Ippaso ripercorre la carriera di Licia Lanera, autrice, attrice, drammaturga e regista che nel suo percorso artistico annovera diciassette spettacoli e due premi Ubu: nel 2014 come migliore attrice italiana under 35,dopo la sua interpretazione nella Celestina con la regia di Luca Ronconi e nel 2022 come migliore regia, per Con la carabina. Ha collaborato e collabora con diversi teatri importanti a livello nazionale e internazionale. Nel 2020 conclude la Trilogia sugli autori russi, Guarda come nevica, e la sua prima interpretazione cinematografica è in Spaccapietre. Nel 2022 cura la regia dellospettacolo vincitore di due premi UBU Con la carabina; nello stesso anno dirige e interpreta Love Me. Due pezzi di AntonioTarantino. Nel 2023 è diretta dal regista Mario Martone in una traduzione contemporanea di Romeo e Giulietta, in scena alPiccolo Teatro di Milano.
Giovedì 30 alla Facoltà di Architettura dell’Università Sapienza, con Paola Di Mitri, regista, autrice e performer di cinema e teatro documentario, e la ricercatrice Flavia Dalila D’Amico si conclude alle 17 il ciclo di Lectio magistralis in forma diAUTO(RITRATTO). Un lavoro quello di Paola Di Mitri che parte dalla raccolta, lo studio e il riuso di materiali d’archivio famigliare e che si occupa di tematiche a sfondo sociale e politico. Tra le sue regie teatrali Vita Amore Morte e Rivoluzione(2022) prodotto da Cranpi presentato al Romaeuropa Festival 2022; Libya. Back Home (2019) che debutta al Festival delleColline Torinesi, Romaeuropa Festival e al Festival di Internazionale a Ferrara; Human Animal (2017); Il Paradiso degli idioti. Nel2021 firma la regia del suo primo film documentario Tutti i nostri affanni, diretto insieme a Davide Crudetti. Lo stesso anno collabora come autrice al film documentario Qui non c’è niente di speciale, prodotto da Social Film Production, e come autrice e interprete nel film Comunisti. Attualmente è impegnata nella scrittura del film Il Grande Buco per la regia di Davide Crudetti,prodotto da ZaLab in collaborazione con AAMOD.
Alle 21.30 all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo il festival chiude con il concerto di musica elettronica di Marko Nikodijević con Luka Kozlovački. Nato nel 1980 a Subotica, con studi di composizione con Srdjan Hofman a Belgrado, studi post-laura con Marco Stroppa a Stoccarda e residenze studio a Visby, Weimar, Salzwedel, Baden-Baden, Francoforte, Parigi e Venezia e numerosi riconoscimenti internazionali, Marko Nikodijević attualmente è professore ospite all’Accademia delle BelleArti di Belgrado. Profondamente influenzata della techno, la sua musica è caratterizzata dall’unione di concetti in apparenzacontradditori: algoritmi informatici e soggettività, frattali e musica folk, processo e intuizione, griglie geometriche e materiale storico, musica elettronica da ballo e potenza orchestrale, ascetismo e disgregazione dei confini. Oltre a comporre, Nikodijević produce musica elettronica e si esibisce in duo con Luka Kozlovački.
La speaker Maria Genovese di Radio Frammenti propone una postazione radio, itinerante nei luoghi del festival per svolgere un laboratorio rivolto a studenti e persone del territorio che saranno coinvolte nel racconto della stessa rassegna. Tutti i contenuti saranno fruibili live sul posto e in podcast successivamente per informare anche il pubblico cieco.