Dal Maghreb al Mashrek, da Gibilterra ai Dardanelli, dai Pirenei ai Balcani, la 29° edizione del MedFilm Festival restituisce alla città di Roma il suo centro nel Mediterraneo. Undici giorni di prime visioni, incontri, premiazioni, masterclass e meeting industry, accompagnati da più di sessanta ospiti internazionali, tra cui Angela Molina, Yousry Nasrallah, Faouzi Bensaidi e Leonardo di Costanzo. Dal 9 al 19 novembre il MedFilm Festival, diretto da Ginella Vocca, accoglierà le cinematografie di 40 paesi per un viaggio tra storie, culture e tradizioni da sempre intrecciate e vicine, per indagare, attraverso lo sguardo acuto e vaticinante di giovani autori e grandi maestri, il nostro tempo presente.
Svetta sulla narrazione la figura di Maria Callas, al centro dell’immagine ufficiale, un omaggio del festival nel centenario della nascita (2 dicembre 2023), alla soprana, voce del Mediterraneo. Immagine potente, mitologica, nella trasposizione realizzata dal video artista Gianluca Abbate, di un femminile profondamente connesso alla creatività, ma anche metafora della nascita di Europa, dalle acque del Mediterraneo.
Insieme al Mediterraneo, ospite d’onore di questa edizione è la Spagna, in occasione delle celebrazioni per il Semestre di Presidenza spagnolo dell’Ue. L’omaggio offre un’articolata panoramica su temi e stili che animano il multiforme mosaico culturale e linguistico di questo Paese. Madrina d’eccezione l’artista Ángela Molina, icona del cinema spagnolo ed europeo, cui verrà conferito il Premio alla Carriera.
Il MedFilm 2023, oltre ad un’edizione diffusa in tutta la città con appuntamenti al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Cinema Savoy, Museo MACRO, Teatro Palladium, Biblioteche di Roma e Università La Sapienza, avrà una diffusione anche online, grazie alla collaborazione con MYmovies ONE, sulla cui piattaforma sarà possibile trovare una nutrita e significativa selezione dei titoli presenti al festival.
I FILM IN CONCORSO
Multiforme, stratificato, universale: il Concorso Ufficiale – Premio Amore & Psiche, composto da otto titoli provenienti da otto diversi paesi, fotografa un orizzonte il più esteso possibile tra le sponde del Mediterraneo, tenendo insieme aperture e chiusure, avanzamenti e regressioni, cercando di rispondere alla domanda che sembra attraversare tutte le cinematografie presenti al festival: ripiegare nella sfera personale o aprirsi alla dimensione collettiva?
Una scissione che cerca di venire ricomposta già nel film di apertura, l’iraniano Endless Borders del pluripremiato regista Abbas Amini, una storia d’amore, di lotta e di redenzione al confine tra Iran e Afghanistan, dove lo specchio distorto dentro il quale guardarsi è quello dei profughi di guerra.
Le strutture sociali e del potere, con le loro influenze e costrizioni, sono al centro di The Vanishing Soldier e Behind the Mountains: il primo titolo, israeliano, a firma Dani Rosenberg, è la frenetica fuga di 24 ore di un soldato disertore per amore che si trasla nella rotta di un intero paese; il secondo, tunisino, per la regia di Mohamed Ben Attia, segue l’ex-detenuto Rafik e il suo sogno impossibile di scappare da tutto e tutti per mostrare al figlio una visione, un sogno, un’illuminazione che ha avuto e che potrebbe cambiare ogni cosa.
Spiccano i due documentari della sezione: il libanese Dancing on the Edge of a Volcano di Cyril Aris, autore già vincitore al MedFilm Festival 2018, cronaca del tentativo della regista Mounia Aki di girare il suo film Costa Brava, Lebanon, che si fa analisi generale dopo l’esplosione nel porto di Beirut del 4 agosto 2020 e inno alla capacità trasformativa del cinema. The Mother of All Lies, primo lungometraggio di Asmae El Moudir e candidato marocchino agli Oscar 2023, è invece immersione autobiografica e collettiva nel dedalo di menzogne e omissioni che hanno circondato la sua vita famigliare fino da quando era bambina, il film prova a ricostruire le vicende della “rivolta del pane” del giugno 1981 a Casablanca, repressa con la forza e costata la vita a centinaia di persone.
The Burdened, candidato yemenita agli Oscar 2023, del regista Amr Gamal, si posiziona esattamente in mezzo: Ahmed e Isra’a sono una giovane coppia che pur di tenere fede ai propri principi, rinuncia ai privilegi della classe borghese cui appartiene, hanno tre figli, faticano a tirare avanti tra molte difficoltà economiche nello Yemen post-guerra civile del 2015, le fatiche del quotidiano si fanno quasi insostenibili mentre scoprono che Isra’a è di nuovo incinta.
Da Spagna e Francia arrivano gli ultimi due film in concorso, Matria e Le Gang des Bois du Temple: il primo, distribuito in Italia da Europictures, è l’esordio alla regia del galiziano Álvaro Gago con la parabola di vita e resistenza di Ramona, che lotta per sé stessa e le altre lavoratrici a cui è stato richiesto un ritorno al salario minimo; il secondo, a firma del franco-algerino Rabah Ameur-Zaïmeche, parte dalla traccia di genere di una rapina al convoglio di un ricco principe arabo per liberare il racconto delle banlieu da visioni precostituite, ricreando un universo di legami profondi.
Il Concorso Internazionale Cortometraggi – Premio Methexis e Premio Cervantes Roma, quest’anno vede la partecipazione di 16 titoli a rappresentare 16 diverse nazioni, da Cipro all’Iran, dal Kosovo alla Palestina, dalla Giordania al Marocco, per una serie di anteprime italiane assolute: A Calling. From the Desert. To the Sea di Murad Abu Eisheh, And Me, I’m Dancing Too di Mohammad Valizadegan, Ayyur di Zineb Wakrim, Back di Yazan Rabee, Buffer Zone di Savvas Stavrou, I Promise You Paradise di Morad Mostafa, La Voix des autres di Fatima Kaci, Sea Salt di Leila Basma, Short Cut Grass di David Gašo, The Ghosts You Draw on My Back di Nikola Stojanovic, The Key di Rakan Mayasi, Things Unheard Of di Ramazan Kılıç, Trenc d’alba di Anna Llargués e We Buried Our Fathers di Hekuran Isufi. Per l’Italia è in concorso Ultimo Impero di Danilo Monte.
La sezione Atlante con nuove opere realizzate da grandi maestri
La sezione Atlante, il Fuori Concorso del MedFilm Festival, propone nove opere realizzate da grandi maestri e giovani autrici e autori, in un’alternanza di prospettive esistenziali, poetiche e cambi generazionali che testimoniano ancora una volta la ricchezza delle cinematografie del Mediterraneo.
Una menzione ad hoc per l’anteprima internazionale Jours d’été, il luminoso ultimo film di Faouzi Bensaidi, presente al festival, una delle voci più interessanti e lucide del Marocco di oggi, liberamente tratto da il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, il film è una lettera d’amore al suo paese in veloce trasformazione e alla sua compagnia di attori che da anni danno corpo ai personaggi dei suoi film.
Come Bensaidi, altri due nomi di spicco di Atlante hanno contribuito a far conoscere e allo stesso tempo dissezionare le loro culture di provenienza: il turco Nuri Bilge Ceylan, qui presente con l’anteprima di About Dry Grasses, in concorso a Cannes 2023 e che verrà distribuito in Italia da Movies Inspired, storia dell’insegnante Samet che in uno sperduto villaggio dell’Anatolia tenta di ritrovare la speranza di vivere; e l’egiziano Yousry Nasrallah, autore pluripremiato e storico amico del festival che proporrà la versione restaurata, ancora in anteprima italiana, del suo capolavoro La Porte du soleil, un film corale che accompagna le vite dei protagonisti, nell’arco di cinquant’anni, dai campi della Galilea al Libano. Y. Nasrallah sarà protagonista di una masterclass all’Università La Sapienza.
Un ampio e centrale pezzo di storia del Medio Oriente è lo sfondo di La Sirène dell’iraniana Sepideh Farsi, racconto animato della guerra tra Iran e Iraq del 1980/1988, vissuta attraverso la lotta per la sopravvivenza del 14enne Omid. I conflitti privati, eco di turbolenze pubbliche, ritornano in Backstage, esordio nel lungometraggio del duo Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane, il film ruota intorno ad una compagnia teatrale che cerca di rimanere unita sia nelle relazioni interpersonali che come collettivo artistico; e Yurt, prima regia di Nehir Tuna, vincitore del MEDWorks in Progress 2022, tutto dentro un dormitorio islamico attraversato da tensioni adolescenziali, abusi educativi, e indomabili affanni come la ricerca della libertà di decidere intorno all’essere religiosi.
Tre i cortometraggi della sezione Atlante, tutti diretti da donne, tutte visioni che tentano di dare un controcampo culturale: la rilettura del mito di Orfeo ed Euridice nella Roma di oggi fatta da Lora Mure-Ravaud in Euridice, Euridice con le sue attrici Ondina Quadri e Alexia Sarantopoulou; il thriller drama bigelowiano Donovan s’évade di Lucie Plumet, che con forza, tenerezza e consapevolezza demolisce l’immaginario machista; l’appassionato documentario Achewiq – Le chant des femmes-courage di Elina Kastler, dedicato all’incredibile effetto che il canto ha sul corpo, sociale e femminile.
PERLE la storica sezione per il cinema indipendente
Perle è la storica sezione del MedFilm Festival che da anni continua a scandagliare e illuminare il cinema italiano indipendente. In questa edizione sono tre i film presentati, tutti legati a doppio filo con il grande mare.
Si parte da sopra la superficie con Procida, film collettivo realizzato da dodici ragazzi dell’Atelier di Cinema del Reale e che, con la supervisione di Leonardo di Costanzo, hanno registrato le vibrazioni di vita, emozioni, sentimenti di chi mette piede sull’isola, per un giorno o per sempre. Sotto la superficie, invece, si agita Semidei di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, che partendo dal ritrovamento dei Bronzi di Riace nel 1972, tessono un arazzo che dai fondali del Mar Jonio arriva fino alle strade di Reggio Calabria, per una visione d’insieme che mette in fila lo splendore del passato con la speranza del futuro. In un tragico e luttuoso incrocio, anche Sconosciuti puri di Mattia Colombo e Valentina Cicogna, presto in sala con la distribuzione SMK, prende le mosse dalle sponde del Mediterraneo, con il ritratto di Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa del Labanof di Milano, che da anni e con coraggio, cerca di dare nome a chi non ce l’ha, tra pietas umana e pastoie burocratiche. Tutti e tre i film saranno accompagnati dai loro autori e autrici.
Chiudono le Perle di questa edizione cinque cortometraggi che si concentrano sull’adolescenza e quel passaggio di vita che lascia indietro alcune cose per librarsi verso altre. I cinque lavori sono Rosa e pezza di Giulia Regini, Fake Shot di Francesco Castellaneta, Foto di gruppo di Tommaso Frangini, Pinoquo di Federico Demattè e Sognando Venezia di Elisabetta Giannini.
IBERIANA – Spagna ospite d’onore
Il paese ospite d’onore del MedFilm 2023 è la Spagna che mostra un’eccezionale ricchezza di anime, temi e stili, per una cinematografia che negli ultimi anni si è posizionata al centro dell’industria culturale europea. Sensibilità ecologista, profondità di campo storica e recupero della memoria, superamento degli stereotipi, inclusività e lotta alle disuguaglianze economiche e sociali sono solo alcuni dei temi affrontati dal recente cinema spagnolo, perfettamente esemplificati dalla selezione presente al festival.
Si parte con l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2022, Alcarràs di Carla Simon, tra i cinque finalisti del Premio LUX del pubblico 2022, un’epopea corale, femminile e familiare che riflette sulla relazione tra tradizione e modernità. Secaderos di Rocío Mesa invece è un racconto scisso tra città e campagna, un cortocircuito di linguaggi cinematografici e di sogni a occhi aperti. Negu Hurbilak del Colectivo Negu rilegge, a suo modo, la poetica dell’invisibile di bressoniana memoria per mettere in scena il suono del silenzio di ciò che resta dei traumi sociali e politici di un conflitto visceralmente legato alla Storia della Spagna e dell’Europa.; La voluntaria di Nely Reguera e distribuito da Exit Media, svela le dinamiche di un sistema che si vuole accogliente e neutrale rispetto al fenomeno dell’immigrazione e si scopre invece attraversato da spie di fragilità emotiva, frustrazione e ambiguità.
Chiudono la sezione Iberiana cinque cortometraggi che raccontano una pluralità geografica, di sguardi e di generi, per un cinema che non è solo Madrid o Barcellona, che viene anche da zone differenti rispetto a quelle delle grandi produzioni, e che racconta un’altra Spagna: Aqueronte di Manuel Muñoz Rivas, Argileak di Patxi Burillo Nuin, Arquitectura Emocional 1959 di León Siminiani, Contadores di Irati Gorostidi Agirretxe e Aunque es de noche di Guillermo García López.
Arricchisce l’Omaggio il Premio alla Carriera 2023 ad Ángela Molina. Figlia d’arte, simbolo della transición española, dotata di un’eleganza naturale e della piena padronanza dei ruoli che sceglie, Ángela Molina è il Premio alla Carriera 2023 del MedFilm Festival. Dotata di una versatilità fuori dal comune, modello di stile e corpo ribelle, la musa di Spagna nei suoi quarantacinque anni di carriera ha lavorato con il meglio del cinema europeo e mondiale, passando con disinvoltura dal cinema d’autore più raffinato alle grandi produzioni internazionali, protagonista indiscussa delle opere di Buñuel, Wertmüller, Bellocchio, Almodóvar, Petri, Comencini, Pontecorvo, i Taviani, Tornatore e recentemente Liliana Cavani.
Ángela Molina riceverà il Premio sabato 11 novembre ore 20:30 al Cinema Savoy, in occasione della proiezione speciale del film Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio.nL’Omaggio al Cinema spagnolo è realizzato in collaborazione con L’ Ambasciata di Spagna e l’Instituto Cervantes di Roma.
MED MEETINGS – 7° edizione dell’industria el Cinema del Mediterraneo
Giunti alla settima edizione, i MedMeetings l’unica piattaforma italiana dedicata all’industria del Cinema del Mediterraneo, si confermano appuntamento imprescindibile nella creazione di sinergie e cooperazione per i professionisti dell’area. Novità di quest’anno l’istituzione del MedPitching Award, mirato a dare visibilità e sostegno al progetto che si prospetta come più promettente rispetto alle opportunità di coproduzione con l’Italia. Il più votato riceverà un premio pari a 1.000 euro, volto allo sviluppo creativo del progetto stesso.
Sempre nell’ambito dei MedMeetings, si tiene la quinta edizione dei MedFilm Works in Progress, bando aperto a progetti di finzione e documentari creativi in fase di post-produzione provenienti dai Paesi dell’area euro-mediterranea. Sei i film finalisti, che saranno valutati dalla giuria di esperti formata da Fabrizio Mambro, Marco Spoletini e Jana Wehbe. In palio l’OIM Prize, premio in denaro di 10.000 euro e il Premio Tecnico offerto da Stadion Video, del valore di 3.500 euro.
Confermati i MedFilm Talents, la sezione dedicata ai talenti emergenti che aspira a creare uno spazio comune dove i membri della giuria Methexis, composta dagli studenti diplomandi delle Scuole Nazionali di Cinema dei Paesi europei e mediterranei, possano ritrovarsi e condividere le loro esperienze, incontrando esperti dell’industria (produttori, co-produttori, fondi, piattaforme di sviluppo). Appuntamento Venerdì 10 novembre con il regista turco Nehir Tuna che terrà un panel sul case study del suo film Yurt e sabato 11 con Khalil Benkirane, Head of Grants del Doha Film Institute per un focus di presentazione del fondo che sostiene talenti emergenti e nuove voci.
Tutte le attività previste dal programma dei MedMeetings si svolgono giovedì 9 e venerdì 10 novembre presso il MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, in via Reggio Emilia 54.