Trudie Styler, celebre regista inglese e compagna di Sting, con il quale risiede stabilmente a New York, ha presentato il suo nuovo documentario intitolato “Posso entrare? An ode to Naples” al Festa del Cinema di Roma.
Styler ha trascorso due anni a Napoli e nutre la convinzione che il futuro sia legato a questa affascinante città italiana, soprattutto al rione Sanità. Nel suo film, l’accento è posto sulla narrativa della metropoli, ma soprattutto sulle persone che la abitano e sulle loro vite, anziché concentrarsi esclusivamente sulla città in sé. Styler, nota attivista per i diritti umani e ambasciatrice Unicef, ha adottato un approccio unico, chiedendo agli abitanti di aprire le porte delle loro case e delle loro vite per farla entrare. Con sua sorpresa, nessuno le ha chiuso la porta in faccia.
L’incontro con don Antonio Loffredo, il parroco della Sanità, si è rivelato fondamentale per la realizzazione del documentario. La regista racconta anche un divertente aneddoto sulla pizzeria di Ciro Oliva, eletto a quartier generale per la troupe durante le riprese.
All’interno del documentario di Trudie Styler emergono numerose storie emozionanti, grazie alle porte aperte dai residenti napoletani. Tra i protagonisti troviamo Antonio Amoretti, un partigiano delle Quattro Giornate di Napoli, scomparso l’anno scorso, il regista Vincenzo Pirozzi e Francesco Di Leva, un detenuto che ha trasformato un’ex palestra in un teatro a San Giovanni a Teduccio. Vincenzo Pirozzi è anche noto per aver interpretato il ruolo del parroco in un film tratto dal romanzo di Ermanno Rea. Gli attori e le persone coinvolte nel documentario elogiano la sensibilità di Trudie Styler nel narrare la storia di Napoli, con il supporto di Lorenza Stella e Ralph P, un musicista reclutato a Scampia, che si rivela uno dei principali talenti musicali nel contesto del film.
Roberto Saviano, di ritorno nella città partenopea ha condiviso con la regista storie dalla piazza del Gesù, dove sembrava quasi di toccare l’aureola della statua dell’Immacolata. Il documentario racconta le vicende di Jorit, Gennaro e Immacolatina, i castagnari che, per quasi sessant’anni, hanno custodito una fornacella vicino al ponte della Sanità.
Styler si è completamente immersa nelle storie napoletane con quella vicinanza alla città di chi la vive nel quotidiano. “Posso entrare, An ode to Naples” entra ed esce in dieci secoli di storia lontano da forzature e stereotipi, traducendo il racconto come viaggio emozionante attraverso Napoli da compiere tra gli spicchi di luce dell’arte, dagli splendori del barocco, allo sfolgorio della luce che riverbera sul mare, e gli angoli di ombre, che si dileguano tra i vicoli del centro, in un continuo gioco senza tempo dove la propulsione dell’arte e la forza dei suoi personaggi.