Un ritratto ironico e giocoso, potente e simbolico, intimo come solo una figlia che ama la madre potrebbe fare. Fabiana Sargentini va a sondare il passato, ma anche, l’incredibile presente di Anna Paparatti, la Pitturessa, presentata alla Festa del Cinema di Roma.Una donna libera, nata in Calabria e arrivata a studiare all’Accademia di Belle Arti di Roma con il talento della pittura, che ha fatto parte, dal di dentro, di cinquant’anni di storia dell’arte contemporanea italiana e internazionale (dagli anni Sessanta ad oggi).
“Mia madre, Anna Paparatti, era troppo bella e non la si perdeva sul serio”
Compagna di Fabio Sargentini (con cui avrà la figlia Fabiana), volutamente lasciato ai margini del racconto, Anna ci porta con garbo dentro la sua arte, che era già grande prima di incontrare il futuro gallerista de “L’Attico”, lo storico spazio di una Roma fatta di cultura e avanguardie, dove scrittori, filosofi, poeti e artisti trovavano la giusta collocazione, seppur squattrinati, ma ricchi di idee e talento. “Fare un’opera è dedicare tutto sè stesso a quella, senza distrazioni” dice più volte Anna Paparatti, mentre scorre le fotografie degli anni che furono e ci mostrano una donna di una bellezza da star hollywoodiana. “Ero troppo bella, non mi si prendeva sul serio”, dice ancora tra il serio e il faceto.
I suoi quadri sono giochi di colore, astratti rimandi a una scacchiera della vita sulla quale saltare come pedone o regina, sono mandala frutto dei suoi viaggi in India, sono miniature di ogni suo spazio interiore.
Poi accade che nel 2021 la gallerista Elena Del Drago organizza una sua mostra a Roma e la direttrice artistica di Dior, Maria Grazia Chiuri, le chiede di usare i suoi quadri geometrici degli anni Sessanta, “Il grande gioco” e “Pop-oca”, “Le jeu qui n’existe pas” e “Il gioco del non-sense” – tele rimaste per anni nella sua grande casa sul Lungotevere a Roma – per costruire il set up della sfilata parigina del prêt-à porter di Dior nello stesso anno.
Il ritorno sulla scena contemporanea a 87 anni
Anna è di nuovo sulla scena contemporanea, a 87 anni. E’ un successo incredibile, ed è l’occasione per raccontare finalmente la sua storia: sullo sfondo dell’ambiente artistico e culturale di un’Italia che non c’è più, attraverso materiali inediti dell’archivio personale dell’artista, immagini di repertorio uniche, fotografie e opere diverse, oltre a frammenti di film importanti che hanno “ospitato” i suoi quadri, viaggiamo alla riscoperta, ma anche alla conoscenza di Anna attraverso un racconto intimo e privato in cui la pittrice, sempre straordinaria e ironica, vive – divertita e stupefatta – il suo nuovo risveglio artistico.
Fabiana Sargentini, la regista
Nata in una famiglia di creativi, dopo un’adolescenza morigerata per reazione ai viaggi in India e agli spettacoli teatrali interpretati da attrice bambina, Fabiana Sargentini lascia andare una vena più libera scoprendo il cinema, studiato – una lau rea su “The long good bye” di Altman – e praticato.
Tra le sue opere “Se perdo te” (1998) al Sacher Festival, “Sono incinta” premio miglior film al Bellaria Film Festival nel 2004, “Tutto su mio padre”, prodotto da Rai Sat Art nel 2003, “Non lo so ancora”, lungometraggio di finzione scritto a quattro mani con Morando Morandini, presentato al 49 Pesaro Film
Festival nel 2013 e molto altro. Nel frattempo collabora con riviste di cinema – 8 e mezzo, Close-up – ha tenuto una rubrica su “Il Manifesto”, ha un blog, scrive racconti.