Il pensionato Harold Fry (Premio Oscar Jim Broadbent) vive tranquillamente con sua moglie Maureen (Penelope Wilton) in una casa del Devon. Non sembrano parlare molto. Harold si occupa di fare lavoretti a casa mentre Maureen pulisce incessantemente.
Ma quando Harold riceve una lettera dalla sua vecchia amica Queenie, che gli scrive per dirgli che è ricoverata in un ospizio a Berwick-upon-Tweed, la vita di Harold cambia. Scrive una flebile risposta ma, raggiunta la cassetta della posta per spedirla, gli sembra che non sia abbastanza.
Spronato da una giovane donna nella stazione di servizio locale, che dice ad Harold che sua zia è sopravvissuta al cancro perché aveva speranza, Harold risponde al telefono. Dice all’ospizio di Queenie che sta andando da lei. “Io continuerò a camminare e lei dovrà continuare a vivere.”
Negazione e senso di colpa
L’Incredibile viaggio di Harold Fry, dal 5 ottobre al cinema, mostra come la malattia terminale e il dolore possano talvolta essere accompagnati dalla negazione. “Tu. Non. Morirai”, canta Harold ad ogni passo. “Salverò Queenie”, dice a Maureen. Lungo la strada, un medico gli dice che una volta che qualcuno è nell’hospice, “salvarlo” non è più un’opzione. Harold si limita a sorridere educatamente e se ne va.
Man mano che il film procede, iniziamo a scoprire perché Harold si sente obbligato a fare qualcosa di così audace come andare a piedi da Devon a Berwick-upon-Tweed – e perché sembra voler negare la malattia di Queenie.
In questo modo, il film esplora come il dolore non sia lineare. Non si limita al momento in cui qualcuno è morto.
Una celebrazione dell’amore universale
Nonostante i suoi momenti toccanti, la gestione della morte e del dolore da parte del film non è pessimistica o cupa. Grazie alla performance comprensiva di Broadbent e alla sceneggiatura sensibile di Rachel Joyce (adattando il suo romanzo omonimo), L’Incredibile viaggio di Harold Fry mostra come accogliere la sofferenza sia il primo passo per iniziare a fare i conti con la perdita.
“Spero che il pubblico capisca l’importanza di creare legami con le persone e i luoghi che ci circondano”, ha detto la regista di Normal People Hettie Macdonald. “È una storia bella e ottimistica che ci esorta a essere coraggiosi, ad affrontare il buio anche se ci fa un po’ paura. L’incredibile viaggio di Harold Fry” ci insegna che le cose possono cambiare e che, grazie a un atto di fede, possono accadere cose belle.