Da che parte stai, Egonu o Mazzanti? E’ questa la domanda che impazza sui social da giorni e che ogni appassionato di pallavolo si è posto, o si è sentito fare in queste tormentate settimane successive all’Europeo femminile. Nell’attesa dell’epilogo del campionato continentale maschile, sperando che gli azzurri raggiungano le finali in programma a Roma nel fine settimana, continua a tenere banco la vicenda che ha posto sotto i riflettori l’azzurra Paola Egonu contrapposta al ct Mazzanti.
Egonu non convocata in nazionale per le qualificazioni olimpiche
Dopo il discusso epilogo dell’Europeo femminile, Paola Egonu, la giocatrice più rappresentativa della Nazionale di volley femminile non è stata convocata per il torneo di qualificazione olimpica, che si disputerà dal 16 al 24 settembre a Lodz, in Polonia. Si è parlato di una scelta concordata “con il commissario tecnico e il presidente federale Manfredi” – come si leggeva nella nota ufficiale della Federvolley – per concedere “un periodo di riposo” alla pallavolista, che ha comunque ribadito “il proprio attaccamento alla maglia dell’Italia”.
E invece la vicenda, giorno dopo giorno, ha cominciato ad assumere contorni poco lusinghieri che hanno evidenziato la totale contrapposizione tra l’opposto della nazionale e il ct azzurro Davide Mazzanti.
Cerchiamo di riassumere la situazione in atto
Europei: un quarto posto deludente
La Nazionale femminile di volley giusto dieci giorni fa, agli Europei di categoria non è riuscita ad andare oltre ad un quarto posto che ha lasciato un cocente amaro in bocca. Infatti, non solo non ha conservato il titolo che difendeva, ma non è riuscita nemmeno a qualificarsi per le Olimpiadi tanto che dal prossimo sabato siamo costretti ad arrivare tra le prime due per cercare la qualificazione ai Giochi di Parigi 2024.
Peraltro, l’Italia ha perso male sia la semifinale contro la Turchia (conducevamo 2-1 e vincevamo 18-15 al quarto set per poi arrenderci al quinto parziale, dove dal 5-5 abbiamo subito un clamoroso 10-1!), ma ha anche spento la luce nella finale per il bronzo, dove ha ceduto senza appello contro i Pesi Bassi che da 15 anni non finivano a podio…
Oltre a ciò, che già da solo sarebbe una delusione, è spuntato il caso Egonu, anzi si dovrebbe dire rispuntato, visto che la miccia si era già accesa lo scorso anno al termine di un Mondiale che ci aveva visti sul terzo gradino del podio ma non pienamente soddisfatte, viste le potenzialità della squadra.
Egonu in cifre
Ovviamente, tanto clamore è collegato alla caratura dell’atleta Paola Egonu, considerata universalmente tra le prime tre fuoriclasse europee (insieme alla serba Boskovic e alla Vargas che, per la prima volta nella storia, ha portato la Turchia sul tetto d’Europa).
E a dirlo non sono solamente gli addetti ai lavori ma i numeri della giocatrice che, negli ultimi 3 anni ha inserito nel suo palmares 1 Campionato Europeo, 1 Volleyball Nations League, il bronzo Mondiale, 1 Campionato mondiale per club, 3 Champions League, 2 Scudetti, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppa italia e 1 Coppa di Turchia, oltre ad essere eletta dalla CEV come giocatrice dell’anno 2021 e aver ottenuto due volte il titolo nazionale di miglior giocatrice. Insomma, un’idea della caratura ve la sarete fatta anche voi che non l’avete mai vista giocare o no?
I commenti: quelli a favore del ct Mazzanti
La vicenda, ovviamente, tiene banco e sono spuntati giorno dopo giorno due schieramenti opposti a difesa di tecnico o giocatrice (che solo qualche mese fa venivano ricevuti insieme dal Presidente Mattarella per i risultati conseguiti).
Tra i coinvolgimenti illustri a favore del tecnico spicca quello dell’ex commissario tecnico della Nazionale maschile di volley Mauro Berruto che, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha difeso l’operato dell’allenatore: “Dare un giudizio è difficile senza conoscere la storia da dentro. Ma conosco Davide Mazzanti, un professionista serio.
E ha ragione il presidente Manfredi quando dice che ora bisogna solo pensare ad andare alle Olimpiadi. Purtroppo, siamo nella società in cui l’io prevale sul noi. Il talento non è tutto. Per arrivare puntuali all’allenamento, per lasciare in ordine lo spogliatoio, per rispettare il tuo allenatore, le tue compagne, il tuo club, la tua federazione o i tuoi tifosi non serve il talento, serve l’atteggiamento giusto”.
Berruto ha poi evidenziato il clima interno alla squadra: “Ci sono le dinamiche della pallavolo, che hanno un peso: non ci sono altri sport in cui passare la palla ai compagni è una regola. Per questo, attenzione a focalizzare tutto nella dinamica del rapporto Mazzanti-Egonu, perché sono sicuro che non è così. Ci sono anche altre 11-12 giocatrici“.
Un altro giudizio pro Mazzanti (o meglio, contro la giocatrice) l’ha fornito l’ex pallavolista azzurro Andrea Lucchetta a Radio anch’io Sport: “Paola Egonu si è fermata. È andata in Turchia per riempire la sua valigia di soldoni, ma doveva riempirla anche tecnicamente. È un’atleta di interesse internazionale, penso sia la quarta giocatrice nel suo ruolo. Deve continuare il suo percorso di crescita e Guidetti è un tecnico che riesce a dare gli strumenti giusti.
Pressioni psicologiche non ci devono essere, bisogna avere degli obiettivi ben chiari. Rivelo una fragilità di gestione della sua immagine. Come giocatrice poi ci sono delle problematiche che il gruppo si porta dietro da qualche anno, la vittoria degli europei è stata solo una tregua” ha detto Lucchetta.
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Le dichiarazioni pro Egonu
Tante, tantissime, le manifestazioni di affetto rivolte alla fuoriclasse, specie da persone comuni. Questo perché negli ultimi anni Paola è diventata anche un simbolo: brava, talentuosa, si è sempre proposta in modo diretto al di là dei (tanti) pregiudizi razziali (tralascio anche i recenti perché sono davvero tristi a maggior ragione sa fatti da vari e discutibili personaggi che ottengono non si sa perché le luci della ribalta) e della sua rilevanza per dare rilievo ai diritti delle comunità LGBTQIA+.
Tra gli esperti, invece, spicca il commento di Maurizia Cacciatori storica alzatrice con 228 presenze in azzurro che alla Gazzetta dello Sport ha sentenziato: “Il torneo preolimpico senza Paola? Qualunque sia il risultato, per me è già una sconfitta. Un’Italia senza Egonu è un suicidio sportivo. Mazzanti ha sbagliato a escludere chi non lo seguiva più“.
Va poi menzionato il tweet di VolleyballWorld, l’account legato alla federazione internazionale che con la frase “Paola Egonu No words needed. The name is more than enough” lascia poco all’immaginazione
Ulteriori considerazioni
Mancanza di disciplina e determinazione da parte delle giocatrici? Forse. Atteggiamento troppo rigido e poco diplomatico da parte del Mister? Anche.
Senza entrare nella stranissima gestione della coppia (potenzialmente da sballo) composta da Egonu e Antropova (che, nonostante le tante possibilità, non mai state schierate insieme, ma solo in staffetta), qualsiasi sia la verità, nella rottura tra il c.t. Davide Mazzanti e Paola Egonu, da fuori non possiamo sapere cosa abbia incrinato in modo così profondo i rapporti: quindi, dare addosso all’uno (più facile) o all’altra è un gioco poco edificante.
Tuttavia, compito dell’allenatore è gestire le complessità e, dunque, se questo principio vale a maggior ragione per una Nazionale, se chi la guida non è riuscito a far rendere al meglio anche solo (senza entrare nel merito delle tante esclusioni illustri su cui colpisce la rinuncia al miglior libero del mondo De Gennaro, con una squadra la cui prima debolezza appare essere la ricezione…) una ragazza che è, per numeri tra le migliori del globo, allora magari può anche considerare che ha fallito il suo compito e sempre magari fare un passo indietro. Non per forza per ammettere colpe proprie, ma per lasciare spazio ad altri che possano dare nuovi stimoli e sappiano sanare le frizioni. Questo perché la Nazionale non può negli anni dover ritrovarsi a scegliere tra allenatore e giocatrice.
Una nota di demerito in ogni caso va anche alla Federazione Italiana, che vuoi per poco polso, scarsa attitudine ad una comunicazione diretta, oltre ad un ‘italico’ modo di voler cercare sempre la quadratura anche dove non c’è, ha mostrato lacune incredibili e si ritrova sul groppone la responsabilità di gestire i prossimi passi non proprio semplici…
Prospettive
La situazione è certamente sfuggita di mano. Qualche giorno fa, su Sky, un altro grande ex giocatore Andrea Zorzi ha paragonato l’accaduto ad una slavina e la cosa appare drammatica da qualsiasi posizioni la si voglia analizzare.
L’obiettivo di qualificarsi alle Olimpiadi non può essere fallito e, in Polonia, al di là delle partite sul campo, andrà in scena uno psicodramma: se si mancasse la qualificazione (nonostante il ranking potrebbe a fine stagione premiarci, ma è una speranza che va al di là del merito) Mazzanti sarebbe sulla graticola e diventerebbe complicato difenderlo nel ruolo; per contro, laddove invece dimostrasse di aver tenuto in mano le redini della squadra (per quanto tutte la avversarie siano alla portata) allora l’esclusione dell’opposto – considerata da molti come il papabile portabandiera olimpico! – diventerebbe una reale possibilità.
Ma si può davvero rinunciare al talento di Paola Egonu, che ha appena 24anni?