Esiste una teoria secondo cui le persone finiscono per assomigliare ai loro animali domestici. Questo vorrebbe dire che chi ha scelto un cane per amico dovrebbe essere una creatura adorabile, amichevole e leale. DogMan, l’ultimo film di Luc Besson in concorso a Venezia 80, è ispirato ad unvero fatto di cronaca su una famiglia francese che aveva rinchiuso il proprio figlio di 5 anni in una gabbia.
A Venezia 80, Luc Besson porta in concorso una storia terrificante ed affascinante
Il film inizia in modo promettente, quando la polizia ferma un furgone in una notte piovosa e trova Douglas (Caleb Landry Jones), che indossa un completo di Marilyn Monroe e trasporta una serie di cani, di tutte le razze, forme e dimensioni. Scopriremo che questi sono i suoi “bambini”: come Douglas, sono stati abbandonati finché non li accoglie e addestra a diventare suoi amici e scagnozzi.
La psicologa della polizia Evelyn (Jojo T. Gibbs) interroga Douglas che le rivela tutto della sua infanzia violenta. Tra le famiglie affidatarie troviamo una gentile insegnante di recitazione (Grace Palma), mafiosi ispanici, un drag club e un disonesto agente assicurativo (Christopher Denham). Se alcune rappresentazioni di questi gruppi sembrano stereotipate, di certo non si può criticare la performance degli stessi cani. Anche senza imparare i loro nomi, il pubblico potrà apprezzare la loro performance impeccabile grazie agli agili movimenti della macchina da presa e al lavoro eccellente degli addestratori.
Dogman racconta di un bambino maltrattato che si trasforma in un sociopatico solitario
Scritto e diretto da Luc Besson, Dogman è ambientato nei sobborghi di New York City e dintorni dove Douglas trascorre la maggior parte del suo tempo vivendo da outsider. Un personaggio con cui non è difficile entrare in empatia solo per le crudeltà che la società gli ha inflitto. Ad interpretare questo ruolo da disadattato c’è Caleb Landry Jones, 33 anni, già vincitore nel 2021 del premio come miglior attore al Festival di Cannes per Nitram, che si conferma attore estremamente versatile in una interpretazione del tutto convincente e stratificata.
In “Dogman”, Besson abbandona la sua reputazione di stilista visivo, presentando un’estetica che ricorda la televisione della metà degli anni ’90. Un film ben fatto e divertente che parla di redenzione e vendetta. Dogman piacerà anche a molti amanti dei cani. Al cinema dal 5 ottobre con Lucky Red