In concorso alla 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il nuovo film diretto e interpretato da Bradley Cooper, “Maestro”, sulla storia d’amore tra il compositore Leonard Bernstein e l’attrice Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Con Carey Mulligan, Matt Bomer, Maya Hawke, Sarah Silverman, Josh Hamilton, Scott Ellis, Gideon Glick, Sam Nivola, Alexa Swinton e Miriam Shor. Il film sarà in sale selezionate a dicembre e dal 20 dicembre su Netflix.
Bradley Cooper sceglie di nuovo Venezia per presentare un suo film dopo il successo di “A Star is Born” nel 2018, con protagonista Lady Gaga.
Venezia 90. Maestro di Bradley Cooper è una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte
Il bianco e nero del passato, quello dei ricordi, dell’entusiasmo di scoprire il mondo e di amarsi, così Cooper sceglie di raccontarci la prima parte della vita del Maestro, firmando la sceneggiatura insieme a Josh Singer. Bernstein, interpretato dallo stesso regista, è un giovane e talentuoso compositore quando nel 1943 viene chiamato a dirigere l’orchestra alla prestigiosa Carnegie Hall in sostituzione di Bruno Walter.
È sul tetto del mondo quando conosce quella che sarà la donna della sua vita, Felicia, che rimane subito colpita dalla sua vitalità, dalla sua bellezza interiore. Il loro è un amore non convenzionale ma sincero: Felicia è consapevole della bisessualità dell’uomo che ama e accetta di stargli accanto costruendo insieme una bellissima famiglia. Il passaggio dal bianco e nero ai vividi colori del direttore della fotografia Matty Libatique sancisce la fine di quell’armonia e di quella spensieratezza. Con il passaggio alla vita adulta Felicia si scontra con la realtà, con la consapevolezza di non “bastare” al marito, di non reggere la sua doppia vita.
Un film che racconto il rapporto tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein
Bradley Cooper dirige un biopic ispirato, raccontando il rapporto tra Bernstein e l’amata moglie con grazia e senza morbosità, trattando la sessualità del protagonista con grande rispetto e senza giudicare, concentrandosi sulla speciale alchimia tra i due coniugi, un fiume di parole tra loro e sguardi complici che però presto, con i figli già grandi, lasceranno il posto alla delusione, alla sofferenza. Un dramma dalle tinte tenui che non cede il passo all’esasperazione dei sentimenti, rispettando così la dignità di una donna straordinaria come Felicia Bernstein, che Cooper non tratta come “la grande donna dietro a un grande uomo”, retorica stantia e anacronistica, ma come linfa del successo e dell’ispirazione del marito.
Una storia d’amore moderna in un’epoca in cui l’omosessualità era un tabù
L’elegante messa in scena fa da sfondo ai sentimenti contrastanti della coppia, al loro litigare senza aggredirsi, come musica impetuosa ma controllata, come quella che dirige Bernstein con trasporto e che Cooper incarna in tutta la sua passione. Una storia “moderna” in un’epoca in cui parlare di omosessualità era un tabù e uno stigma sociale, aspetto che Cooper sceglie di non approfondire, concentrandosi sulla forza e l’apertura mentale di Felicia, capace di un amore profondo, che anche da ferita riesce a dire a Leonard: “Non sei una brutta persona”.
“Maestro” spesso pecca di eccessiva verbosità, facendo perdere il ritmo a una narrazione leggera, suggestiva, sostenuta principalmente dalla brillante interpretazione di Carey Mulligan e dall’estrosità di Cooper nei panni del Maestro Bernstein.