La polistrumentista australiana Tash Sultana, è una musicista autodidatta. Nell’arco di pochi anni, è arrivata dalla piazza di YouTube ad esibirsi sui palchi più importanti del mondo. Ospite del Roma Summer Fest, Tash Sultana è un’artista di talento capace di suonare chitarra elettrica, loop station, pedaliera, tastiere, drum machine, tromba, il tutto supportato da grande abilità nel beatboxing.
Il palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica diventa un santuario illuminato da funky luci al neon a forma di cactus, un arcobaleno e un fenicottero. Brucia anche dell’incenso. L’allestimento stravagante si trasforma in un piccolo paradiso musicale.
Intrattenere il pubblico sembra non costare alcuna fatica a Sultana. Sale sul palco e immediatamente fa partire una girandola di suoni che si trasformano in una gigantesca bobina di musica, una fusione di vari generi, tra cui indie rock, reggae, soul e musica psichedelica. Dal vivo Sultana crea paesaggi sonori intricati e stratificati. Si passa dalle dolci sinfonie ipnotiche e armoniche di “Seed”, a “Mystik” , da Flow State del 2018, dove il ritmo funky rimbalza attraverso gli amplificatori. Mentre Cigarettes conferma il virtuosismo di voce e chitarra di questa artista straordinaria. Una scaletta che crea una rotondità del suono e il giusto equilibrio tra i brani passati e più recenti, dall’album Terra Firma del 2021. In alcuni punti è addirittura difficile capire quando una traccia finisce e comincia un’altra, con l’artista che non si ferma nemmeno per un sorso d’acqua. Lo spettacolo diventa così una celebrazione della musica e non una raccolta di canzoni dell’artista, come siamo di solito abituati.
E quando pensi che ormai sia allo stremo delle forze ecco che inizia a fare beatbox in perfetta sincronia con i loop che ha creato fino a quel momento. Il singolo di successo “Jungle”, del 2016, è stata la conclusione di una perfetta serata musicale.