Mancano pochi giorni al 14 luglio, giorno dell’unica data di Aphex Twin in Italia. Dopo le sue partecipazioni come headliner in alcuni dei più importanti festival europei, uno su tutti il Sónar di Barcellona, e dopo aver pubblicato il nuovo brano Blackbox Life Recorder 21f, anticipazione del nuovo Ep Blackbox Life Recorder 21f / In a Room7 F760, in uscita il 28 luglio per Warp, il leggendario producer, tra le figure più importanti e influenti per la musica elettronica degli ultimi trent’anni e più, torna in Italia a cinque anni di distanza dalla sua ultima, indimenticabile apparizione al C2C 2018.
La location scelta per questo grande ritorno è magica: il Castello Scaligero di Villafranca di Verona, un vero e proprio teatro sotto le stelle, un immenso prato verde racchiuso tra le mura di un castello, citato anche da William Shakespeare in Romeo e Giulietta.
Aphex Twin si prepara a portare sul palco del Villafranca Festival quello che la stampa internazionale ha definito un live che ha tenuto in pugno il Rosendal Garden Party, un’esperienza completa, una performance impressionante, un folle spettacolo visivo (Kultmagasine); un’esibizione indomabile e instancabile che ha trasformato il palco principale del Sonar in un colossale rave con il suo diabolico baccanale sonoro e visivo, uno spettacolo caratterizzato da un impressionante display, con decine di riflettori e luci laser che incidevano incessantemente l’atmosfera e una batteria continua di immagini psichedeliche, fatte rimbalzare dalle due grandi palle da discoteca appese sopra la pista da ballo (Efe.com); un assalto ininterrotto di sovraccarico sensoriale: ritmi vertiginosi, laser mitragliatori, bassi overdrive e dissonanze assordanti (Pitchfork); uno spettacolo che non ha dato tregua, esplosione dopo esplosione e che ha mandato quasi tutti in visibilio con immagini stratosferiche (Indiehoy).
Il live sarà aperto dallo storico duo romano dei D’Arcangelo.
Richard David James, meglio noto come Aphex Twin, ma anche con un’infinità di altri pseudonimi, nasce nel 1971 in Irlanda, per poi crescere in Cornovaglia. Prendendo ispirazione dalla musica classica di Edgar Varèse ed Erik Satie, dalle avanguardie di Stockhausen e John Cage fino al rave e alla jungle, passando per Brian Eno e i Kraftwerk, si è imposto come uno dei nomi più creativi, innovativi e personali nell’intero scenario delle musiche elettroniche.
Il suo genio è riconosciuto al punto da avergli fatto guadagnare il soprannome di “Mozart dell’elettronica“, e al fatto che Windowlicker, uno dei suoi brani più noti, è stato definito dalla critica come una “sigla di tutte le musiche del Novecento”.
Ammirato da compositori come Philip Glass e Krzysztof Penderecki, con i quali ha collaborato, il suo lavoro è stato fondamentale anche per uno dei principali momenti di svolta nel rock degli ultimi decenni. È un fatto noto e documentato che i Radiohead abbiano dato al loro suono la svolta più elettronica e contemporanea incominciata con Kid A (2000), proprio a partire dalla musica che usciva per la britannica Warp, e in particolare dall’ammirazione per Aphex Twin, uno degli artisti più rappresentativi dell’etichetta. Thom Yorke non ha avuto remore nel definirlo “la sua più grande influenza” e nel dichiarare che l’ascolto dei suoi dischi aveva aperto una porta dove non c’era posto per la sua chitarra elettrica.
La biografia di Aphex Twin è volutamente piena di misteri e piste più o meno false disseminate qui e là nel corso della carriera.
Se l’IDM (Intelligent Dance Music) – di cui il producer è sicuramente il personaggio più emblematico e riconoscibile – rendeva protagoniste figure ordinarie, dai look irrilevanti, con la tendenza a nascondersi più che a mostrarsi, Aphex ha fatto il contrario: ha reso il suo stesso volto un’icona. Protagonista di video e di copertine, ha esposto la sua immagine nascondendola allo stesso tempo, mostrificandola, modificandola digitalmente, sovrapponendola ad altri corpi, giocando con i cliché della società dello spettacolo, spesso con la collaborazione del video-artista Chris Cunningham (tra i tanti, resta indimenticabile il video di “Come To Daddy”).
Questa immagine atipica, associata alla mitologia che si è costruito a furia di dichiarazioni, interviste e leggende metropolitane – due su tutte che il suo primo album, un capolavoro universalmente riconosciuto come Selected Ambient Works 85-92, conterrebbe materiali registrati a partire dai quattordici anni; o che con i primi guadagni si sarebbe comprato un carro armato con il quale girare per le colline della Cornovaglia – ha dato origine a una vera e propria idolatria da parte dei fan di tutto il mondo, che sul web, da decenni, su canali dedicati come il mitologico forum WATMM, passano al setaccio ogni sua dichiarazione, ogni immagine, ogni secondo dei suoi brani, alla ricerca di significati misteriosi e ulteriori.
Ma il carisma e il mistero non basterebbero a renderlo una figura dall’importanza così indiscutibile se non ci fosse la musica. Dal primo Selected Ambient Works passando per il secondo volume, da …I Care Because You Do al Richard D. James Album, dai classici pezzi per piano di Drukqs a Syro, dalla raccolta di gemme lontane Classics a quella di remix, fino all’ultimo EP Collapse del 2018 (presentato, per non smentirsi mai, come un disco del 1818 realizzato da una divinità secolare), fino alle uscite a nome AFX, Polygon Window, Caustic Window, un’infinità di release difficili da incasellare e con le quali tenere il passo vanno a formare un unico corpus che attraversa l’intero spettro musicale dall’accademia al rave, dall’estasi all’orrore.
Techno, breakbeat, acid, ambient, minimalismo, classica, pop, industrial, drum and bass sono solo alcuni degli elementi che, a volte nello stesso lavoro, vanno a creare una proposta assolutamente rivoluzionaria e sempre personalissima e di impatto, che abbraccia l’intera storia della musica elettronica riuscendo a parlare con la stessa forza a diverse generazioni, e ai pubblici più diversi.
Nonostante negli anni abbia diluito le sue apparizioni e reso ancora più misteriosa e sfuggente la propria presenza, ogni sua nuova mossa non manca di scatenare l’immediato interesse del pubblico e della critica di tutto il mondo, come per nessun’altra figura a lui assimilabile, sempre che ce ne siano.
La sua ultima memorabile performance al C2C 2018 sold-out, davanti a diecimila persone, è entrata nel mito superando anche le sue precedenti, rare, venute in terra italiana: un set totalizzante, fatto di visual, laser e luci pazzesche, musiche ambient che si fanno più acide, con una assoluta predominanza di brani del suo repertorio modificati e trasfigurati in modo chirurgico e trascinante.