Ed eccoli qui i CCCP – Fedeli alla Linea, Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur, qui attorno “al tavolo di Togliatti”, nell’ex sede del Partito Comunista di Reggio Emilia, palazzo cardinalizio oggi restituito alle decorazioni seicentesche per decenni spettatrici di comitati federali. Il Pci non c’è più, i CCCP al contrario possono dire: “Eppure sono vivo”.
“Eravamo una cellula dormiente, la cellula si è risvegliata, ma i referenti non ci sono più.
Noi siamo svegli, ma che cosa dobbiamo fare?”. Così Giovanni Lindo Ferretti oggi alla conferenza stampa di presentazione degli eventi a 40 anni dall’uscita del loro primo EP “Ortodossia”, nella città che ha visto nascere il più importante gruppo punk italiano.“Eravamo una cellula dormiente, la cellula si è risvegliata, ma i referenti non ci sono più”.
E così si farà una mostra ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia “Felicitazioni! Fedeli alla linea, 1984-2024” dal 12 ottobre alll’11 febbraio 2024, grazie al Comune di Reggio Emilia e alla Fondazione Palazzo Magnani, biglietti già in vendita early bird che sarà accompagnata da un libro-catalogo “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024”. Ma il grande evento pubblico sarà con la Fondazione I Teatri: “Gran Gala Punkettone di parole e immagini” il 21 ottobre 2023 ore 20.30 al Teatro municipale Valli di Reggio Emilia, sottotitolo “CCCP – Fedeli alla linea cellula dormiente risvegliata”, regìa di Fabio Cherstich, con biglietti in prevendita dal 14 giugno, prevedibile il sold out.
“I Cccp di nuovo a Reggio Emilia? In realtà non ce ne siamo mai andati da qua, abbiamo sempre continuato a declinare l’Emilia in tutti i modi possibili” dice Massimo Zamboni. Siete rinati? “No, non siamo mai morti, abbiamo continuato a stare qua”.
“Dovevamo salvarci la vita”
Tutto iniziò nel secolo scorso, 1981, in un locale di Berlino, lungo quella tondelliana autobahn che parte da Carpi. A Berlino Ovest, tra occupazioni e gruppi punk, due ragazzi da Reggio Emilia, “la più filosovietica tra le province dell’impero americano”, con vite parallele mai incrociatesi fino a quel momento, si conoscono e danno vita a un sodalizio artistico che non è solo musica, ma ricerca poetica, visiva, teatrale. Debuttano nel 1984 con “Ortodossia”. In un momento di imperante successo politico e mediatico degli Usa, scelgono il nome e l’estetica della ex Unione Sovietica. Un passo si direbbe naturale per tre reggiani e un modenese, ma c’era in quella scelta, ironica ma non troppo, il sostanziale desiderio di essere controcorrente, di essere punk. L’identità che scardina ciò che è scontato è manifesta da subito: CCCP – Fedeli alla linea, “la linea non c’è”.
“Noi dovevamo salvarci la vita” è il leitmotiv che caratterizza il racconto dei CCCP
“Il nostro obiettivo non era scalare le classifiche” dice in conferenza stampa Ferretti. Zamboni lo ha detto nell’anticipazione su Robinson. Lo conferma come Danilo Fatur, artista del popolo, che esibirà le sue opere alla mostra, lo conferma con sobrietà Annarella Giudici, benemerita soubrette, in un tailleur azzurro polvere senza tempo, grande depositaria delle memorabilia del gruppo: “Ciò che deve accadere, accade. A noi sta accadendo”, Cccp, Csi i confini sfumano, la linea poetica li attraversa.
“Maledirai la Fininvest” e Berlusconi si materializza
La conferenza stampa si apre inevitabilmente con l’attualità, la morte di Silvio Berlusconi, la fine della sua parabola, che ha incrociato nella sua ascesa come fenomeno mediatico, l’ascesa del “gruppo punk filosovietico” di Reggio Emilia. Oltre agli artisti e a Riccardo Vitanza, ci sono il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, l’assessora alla Cultura Annalisa Rabitti, i direttori della Fondazione Palazzo Magnani Davide Zanichelli e il direttore della Fondazione I Teatri Paolo Cantù. Le domande dei giornalisti sull’ex premier, imprenditore e tycoon scomparso arrivano subito sul tavolo delle istituzioni, che fu del Pci, per gli artisti che cantavano “Maledirai la Fininvest, maledirai i credit cards”.
“Sembra che Berlusconi sia morto per darci una mano” commenta Ferretti. “Noi non abbiamo risposte – aggiunge – Berlusconi non c’è più, non c’è più neanche un nemico. Se c’è qualcuno a cui si deve la riorganizzazione della sinistra contro un nemico, e la riorganizzazione della destra, quello è stato Berlusconi”.
“C’è ancora l’impero del male, è il nostro tempo”
Per Zamboni i CCCP si sono addormentati maledicendo la Fininvest. “Sappiamo cosa è accaduto ieri. Sono cose che ti arrivano addosso e che inevitabilmente si affrontano trasformandosi, non necessariamente in musica”. Farsi “incantare da quello che succede”, dice Zamboni, è stato il filo rosso dei CCCP e Ferretti si trova sulla stessa linea: “I CCCP sono sempre stati profondamente sinceri con se stessi e sono sempre stati sovrastati dall’attualità. Siamo sempre stati scomodi. Noi cantavamo Emilia Paranoica e Spara Juri, che oggi con una guerra in corso non scriveremmo più”.
Sulle altre domande politiche Ferretti risponde, ma precisa che all’interno dei CCCP ci sono opinioni diverse e che fuori dai CCCP parla a titolo personale: “Ricordo mio fratello quando a 14 anni venne qui, alla sede del Pci, a fare la tessera di nascosto da mia madre e me la fece vedere, eravamo molto orgogliosi. C’è una cesura strepitosa tra il Pci della mia infanzia e giovinezza, che venero e stimo, e l’attualità di certi atteggiamenti che si dicono antifascisti”.
“Siamo una cellula vivente, ma no reunion”
All’inizio del riavvicinarsi c’è stata la ripubblicazione del Libretto Rozzo dei CCCP e CSI grazie a Gog Edizioni, nel 2022, poi ci sono state le riprese del docufilm “Kissing Gorbaciov” sul viaggio dei CCCP tra il Salento, Mosca e Leningrado, che ha comportato il ritrovarsi dei quattro a Cerreto Alpi. Altra domanda ormai frequente che percorre sotterranea queste novità è quella sulla possibile reunion: “Non è in programma nessuna reunion – risponde Ferretti – il problema è che siamo ancora vivi. Non possiamo rifare i CCCP, sarebbe ridicolo. Qualcuno continua a fare rock and roll ad una certa età, ma non è da noi. Non c’è una reunion perché non c’è una band. Se vogliamo fare Emilia Paranoica al Valli dobbiamo cercare di capire come farla forte e con l’amore smisurato che c’era allora”.
Messaggi ai giovani di oggi? Nessuno, ma “ascoltate i CCCP”
Qualche consiglio da dare ai nuovi gruppi punk emergenti? I CCCP non danno consigli. “Abbiamo imparato presto che una buona istruzione per vivere è non dare le parole per scontate. – risponde Zamboni – Noi non siamo mai stati vicini a una certa autodistruzione tipica del punk che non appartiene ai CCCP. Noi ci siamo sempre detti ‘gruppo punk filosovietico’. Cosa volesse bene dire non lo sapevamo neanche noi, se pensate alla distanza enorme che c’è tra canzoni come Annarella e Maciste contro tutti, Live in Pankow e Madre. C’è una sorprendente capacità di veduta in tutto quello che abbiamo fatto. Difficile sentirsi maestri e pensare alle nuove generazioni. Non è nei nostri intenti mandare messaggi. Certo che essere a Berlino negli anni ‘80 è la formazione migliore. Perché se si poteva fare lì, si poteva fare anche qua, in quell’Emilia paranoica che da una parte ti schifa, dall’altra ti appartiene”. Ferretti: “Non abbiamo mai ascoltato i consigli che ci venivano dati, figurati se ne diamo noi. L’unica cosa che possiamo dire è: ascoltate i CCCP”. Passaggio inevitabile sulle cover, da “Amandoti” a “Io sto bene”, da Gianna Nannini ai Maneskin -“Ci ho messo un po’ ad abituarmi” dice Ferretti ma “sono stato contento, e poi i figli vanno dove vogliono”.
Una mostra tra visione, cronologia e immaginazione
“Siamo stati un gruppo di teatro primitivo, che ha abusato della musica e che è stato confuso con un gruppo musicale” dice Ferretti, ricordando la dimensione estetica e creativa del gruppo, “dove c’era un corpo femminile che si veste per il piacere di vestire se stessa e un corpo maschile che si denuda per le donne, un cantante che non sapeva cantare ma scandiva benissimo e un grattugiatore di chitarra”. Della dimensione complessiva del gruppo, tra poesia, politica, musica, arte, la mostra terrà conto. Annarella Giudici è l’archivio vivente dei CCCP, “esecutrice testamentaria” dice Ferretti. Lei corregge: “Sono un po’ la donna della famiglia, si condivide, si vivono nuove esperienze, poi ogni tanto, a Pasqua, a Natale, ci si ritrova”. Qual è il suo presente? “Non amo parlare di me. Ora sto curando questa mostra per quanto mi riguarda, e vi riguarda” risponde guardando il pubblico.
La mostra ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, una struttura che mantiene diverse parti volutamente “non finite”, avrà diversi piani di lettura e diversi piani di allestimento. Un primo piano, spiega Zamboni, di tipo cronologico e un secondo piano più di visione e immaginario, in spazi che richiamano le case occupate degli anni ’80. Nella mostra ci sarà una stanza dedicata alla casa di Fellegara, prima sede della vita del gruppo, ci saranno le fotografie di Luigi Ghirri che ha materialmente fatto non solo le foto dell’ultimo disco dei CCCP, Epica, Etica, Etnica, Patos, ma la grafica e ha condiviso con loro a Villa Pirondini i giorni della registrazione del disco. Verranno ricostruite le atmosfere del Tuwatt di Carpi, il locale in cui si trovava tutto il “punkettume” che c’era in giro e dove il barista e spogliarellista Fatur incontrò Ferretti, Zamboni e Giudici. Non era difficile scambiarli con i punk tedeschi: “Guarda i Vopos!” ricorda Danilo Fatur. “Nasco come artista visivo – si racconta oggi Fatur, che esporrà alcune sue opere in mostra – e come artista visivo mi occupavo delle scenografie dei CCCP e mi procuravo ferri vecchi, pezzi di carrozzeria, catene dal museo contadino”.
Figli di questa terra, omaggio a questa terra
“I CCCP sono figli di questa terra e di questa città”, si conclude, val la pena di ritrovarsi, ricordano, anche solo per far sorridere Renzo Bonazzi ed Ero Righi, entrambi scomparsi, l’uno sindaco, l’altro organizzatore culturale, che sono stati grandi sostenitori del gruppo e che sono stati ricordati all’inizio della conferenza stampa. “Al Valli ci saranno” garantisce Ferretti.
Prevendite del gala disponibili dal 14 giugno, alle ore 9.30, al seguente link www.vivaticket.com/it/ticket/gran-gala-punkettone-40-anni/208888