Esce nelle sale sale giovedì 23 marzo, “Stranizza d’amuri”, primo lungometraggio da regista di Giuseppe Fiorello, dedicato a Giorgio e Antonio, i due ragazzi che si amavano uccisi a Giarre (Catania) nel 1980. Tra i protagonisti, spicca Manuel Bono che nel film interpreta il giovane bullo chiamato Sucabenzina. L’attore e’ già conosciuto dal pubblico per il ruolo di Fabio Vincenzo Li Muli nel cortometraggio “Paolo e i suoi Angeli” di Giulia Galati, dedicato al giudice Borsellino e alla sua scorta, la cui versione teatrale da cui è tratto intitolata “Gli Angeli di Paolo… 80 anni del Giudice Paolo Borsellino” lo aveva già visto protagonista sul palcoscenico del Real Teatro Santa Cecilia Palermo. L’anno prima Manuel ha dato vita in una scena al protagonista Saverio Lamanna, interpretato da Claudio Gioè, da bambino nella fortunata serie Rai “Makari”. Nello stesso anno è stato protagonista del cortometraggio “5 Modi di passare l’Estate” degli youtuber MATT & BISE realizzato per Treedom, l’azienda fiorentina che permette a chiunque di piantare alberi a distanza in qualunque posto del mondo.
Manuel, cosa ci puoi dire del tuo ruolo nel film di Giuseppe Fiorello?
Nel film interpreto Sucabenzina uno dei bulli del paese, e mi sono dovuto impegnare molto per creare un personaggio odioso, con una risatina fastidiosa, quanto di più distante da come invece sono io e da come mi rapporto con gli altri
Conoscevi la storia di Giorgio e Antonio uccisi a Giarre nel 1980, che ha ispirato il film “Stranizza d’amuri”?
Non conoscevo prima di questo film questo duplice omicidio avvenuto negli anni 80. L’averlo scoperto attraverso la sceneggiatura mi ha fatto riflettere su quanta cattiveria ci può essere anche in un paese dove tutti si conoscevano e magari si fidavano l’uno dell’altro, e hanno ritenuto giusto condannare a morte due ragazzi che volevano solo vivere liberamente il loro amore. Oggi fortunatamente i tempi sono cambiati, ma ancora tanta strada si dovrà fare per la piena libertà e tutela della dignità umana.
Che cos’è per te l’arte della recitazione e quando hai deciso di diventare un attore?
Recitare è sempre stato parte della mia vita, perché ho calcato il primo palco in uno spettacolo teatrale con il ruolo di protagonista a soli 10 anni. Quindi non è stata una decisione presa un giorno della mia vita, ma un percorso che mi sta portando delle esperienze bellissime, come quelle che ho vissuto in questo film “Stranizza d’amuri”.
Come concili recitazione e musica e cosa è per te la musica?
Le due arti hanno tempi e modalità differenti che si avvicinano molto tra di loro, perché anche nella musica sono parte attiva in quanto compongo i miei testi, per cui, come nella recitazione, anche nella musica metto sempre qualcosa di me. Mi piace stare in un set così quanto mi piace stare in sala di registrazione… sono due mondi che si incontrano: la musica con i videoclip e il cinema con le colonne sonore…