Un sindaco di destra scopre che sua moglie vuole essere un uomo. Tristan Séguéla opta per una commedia leggera e gioiosa su questo argomento che spesso fa rabbrividire. In Un uomo felice, Fabrice Luchini, rieletto senza troppa fatica per due mandati, è determinato a ricandidarsi alle prossime elezioni e vincerle a mani basse. Tuttavia, i suoi piani vengono sconvolti quando Edith (Catherine Frot), sua moglie da 40 anni, annuncia che non può più negare la sua vera natura e intende intraprendere il percorso di transizione per poter finalmente vivere da uomo. Il sindaco prende molto male la scoperta. Prima pensa a uno scherzo. Ma la signora fa sul serio, ha già iniziato a prendere ormoni.
La teoria del gender arriva approda in una commedia spassosa dove a primeggiare troviamo Catherine Frot che con il suo berretto Gavroche, trova rifugio presso un’amica transessuale e giocatrice di golf, frequenta gruppi di sostengo per chi affronta i pregiudizi e le risate di scherno di chi ancora prova un senso di repulsioni nei confronti dichi decide di cambiare sesso biologico. Per incrociare realtà e finzione, in questa scena il regista ha scelto persone transgender e non binarie. Non faremo gli schizzinosi davanti a un film che ha il merito di trattare notizie delicate ed evitare la volgarità. Tristan Séguéla firma un inno alla tolleranza, mette in scena tutte le dimensioni di questa storia senza pesantezza, aiutato in questo da due attori complici, bravi, in totale sintonia.
L’intenzione del regista è quello di raggiungere un pubblico meno familiare o addirittura resistente all’ argomento. Il tono adottato, che vuole essere inclusivo, ma soprattutto didascalico, non è rivolto allo spettatore che conosce già la transidentità e le questioni di genere, che rischia più volte di ridere a crepapelle. Tristan Séguéla sa che la commedia resta uno strumento meraviglioso per affrontare temi caldi come questo, nella speranza di dimostrare chein realtà non dovrebbero esserlo. Il suo punto di vista gli offre il lusso di privilegiare la gentilezza al giudizio, l’autoironia alla moralità, raggiungendo così il maggior numero di persone possibile. Per lui la lezione è chiara: l’amore trionfa su tutto.