Decision to Leave, applaudito al Festival di Cannes, dove è stato premiato per la Miglior Regia, e una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden Globes 2023, segna il ritorno al cinema di Park Chan-wook. Il film, nelle sale dal 2 febbraio, promette di essere tra i più sconcertanti dell’anno, a conferma che sta accadendo qualcosa di spaventoso, non solo nella trama del film stesso, ma anche nel modo in cui ci relazioniamo con i media: film, cellulari e altri formati digitali piazzano uno schermo tra le persone e le relazioni. Il film, nelle sale dal 26 gennaio, punta il dito contro il progresso tecnologico.
La rivoluzione digitale disumanizzante diventa il presupposto per inventare la sua storia da film noir: due detective sudcoreani, Jang Hae-joon (Park Hae-il) e Soo-wan (Go Kyong-pyo), indagano sulla morte di un uomo a seguito di una caduta in montagna. Le prove conducono alla bella e giovane vedova dell’uomo, l’immigrata cinese Song Seo-rae (Tang Wei) vittima della mascolinità tossica del morto.
Decision to Leave è arricchito da una serie di appariscenti ed eleganti elementi grotteschi. Park adotta la tendenza zeitgeist per fabbricare immagini grossolane – insetti che strisciano fuori dalle ferite della carne, immagini di resti mortali – e inserirle in un realismo senz’anima che si pone in netto contrasto con l’attrazione dei personaggi nei confronti di Song Seorae.
Il raccapricciante esibizionismo di Park è indifferente al pathos romantico. Abbellisce la disperazione e la trasforma in un intrattenimento pop. Un thriller che in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock per aver coniugat un detective noir ricco di colpi di scena con il melodramma romantico.