Presentato in selezione ufficiale all’ultimo Festival di Cannes, La notte del 12 è stato la sorpresa dell’estate al botteghino francese, con quattro settimane nella top ten degli incassi e oltre 450.000 spettatori.
Come regola generale, l’interesse di un thriller sta nella risoluzione del caso al centro della storia. Per il suo nuovo film, Dominik Moll (” Harry un amico che ti vuole bene “) ha scommesso sul finale che mette subito in chiaro che l’assassino non sarà trovato. Un classico cold case. Da poco arrivato a capo della polizia giudiziaria di Grenoble, Yohan deve confrontarsi con un terribile omicidio. C’è chi dice che ogni investigatore abbia un crimine che lo ossessiona e per Yohan quel caso diventa l’uccisione della giovane Clara. Insieme al collega Marceau porterà avanti le indagini su tutti i conoscenti della ragazza, svelando i molti segreti di una provincia all’apparenza tranquilla ma realizzando infine che ogni uomo è un potenziale colpevole…
L’intero film ” La Nuit du 12 ” cercherà di capire, fornire risposte all’impensabile. Ogni uomo è un potenziale colpevole. Clara era piena di vita, le piaceva avere più relazioni per appagare il suo bisogno viscerale di compiacere. La sua leggerezza diventa un movente per l’assassino, così le indagini si concentrano sulla sua personalità, come se si volesse trovare nel solo fatto che Clara era una donna a cui piaceva indossare le gonne. E il crimine diventa Se la sottigliezza non c’è, il film ha il merito di mettere in discussione la percezione dell’attaccato quando gli aggressori sono generalmente uomini, giudicati da url pretesto per una riflessione sulla lotta tra uomini e donne.
Il film, nei cinema dal 29 settembre, non risparmia nemmeno la sistemica misoginia che regna nelle questure. “Il rapporto tra uomini e donne è centrale nel film”, dichiara il regista. ” Con un simbolismo a volte forte (il poliziotto ossessionato da un crimine) e un estetismo discutibile (la croce svanisce…), questa nuova realizzazione del regista di Solo le bestie, non cerca tanto di far avanzare l’indagine quanto di studiare l’impatto psicologico di un caso del genere sui poliziotti e le ripercussioni che potrebbe avere sulla loro vita privata . Questo approccio in stile documentaristico, il regista intende affrontare sottilmente i problemi attuali della polizia francese: invecchiamento delle attrezzature, superlavoro, straordinari non pagati, suicidio…
Il film purtroppo si perde un po’ nelle sottotrame, in questo studio incontrollato dei personaggi, dipingendo ritratti irregolari di individui le cui stigmate del lavoro sono ben visibili. Al di là di questo, Moll riesce a conferire al film una perfetta dimensione sessista: tutti gli uomini potrebbero essere colpevoli di un atroce atto di gelosia. E questo è il cuore di La Nuit du 12 : perché gli uomini finiscono per uccidere le donne?