Applausi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per Bones and All di Luca Guadagnino, nei cinema a novembre, distribuito da Vision Distribution. Interpretato ancora una volta da Timothée Chalamet, quello che c’è nel menu non è succoso frutto estivo, ma carne umana sanguinante. Sì, “Bones and All” è una storia d’amore cannibale sorprendentemente efficace e toccante.
Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, si allontana dalla famiglia incontra Lee (Chalamet) in un drugstore, un oscuro e ribelle trovatello. È un altro mangiatore, un affascinante assassino. Un incontro tra due anime gemelle sadiche.
Video di saluto dei protagonisti Taylor Russel and Timothée Chalamet
Con Bones And All, Guadagnino fa la sua seconda incursione nell’horror, ricongiungendosi con lo sceneggiatore di Suspiria David Kajganich per un adattamento del romanzo di Camille DeAngelis che sembra allo stesso tempo più macabro e più sincero del primo tentativo nel genere della coppia nel genere. Non c’è nessuna sequenza individuale in Bones And All così da incubo come quella all’inizio di Suspiria, quando la danza di Dakota Johnson fa contorcere il corpo di un minaccioso intruso, ma l’enorme quantità di carne lacerata e guance sanguinanti in mostra rende il film più originale del suo predecessore. Allo stesso tempo, però, ciò che distingue Bones And All da altri film di genere è l’ossessionante senso di solitudine che affligge i suoi due cannibali protagonisti. Il loro amore è la loro salvezza da una società che li rifiuta.
Entrambi gli attori in qualche modo trasformano i giovani assassini in estranei profondamente riconoscibili. Presi alla lettera, sono mostri da tenere alla larga. Eppure vogliamo solo il meglio per questi cannibali.