All’interno della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, Ben Harper è tornato per presentare i brani del nuovo album “Bloodline Maintenance” e a farsi inebriare dal calore del pubblico che mostra sempre molto amore e rispetto per il cantautore di Pomona, California, un sentimento comunque ricambiato dall’artista.
Harper esordisce sulla scena musicale all’inizio degli anni Novanta e negli anni ha collezionato un impressionante repertorio di luccicanti trofei, tra cui i prestigiosi Grammy’s, a testimonianza di quanto sia apprezzata la sua musica in tutto il mondo. Ad accompagnarlo, gli Innocent Criminals per il primo tour senza il bassista Juan Nelson, morto il 9 giugno 2021.
Il concerto si apre con la sola voce a cappella del cantante, toccando con “Below Sea Level” tutte le corde giuste fin dal primo momento. “Burn to shine” è un vero e proprio cazzotto nello stomaco che lega schiavitù, Africa, secoli di ferite, Stati Uniti, onestà, giustizia e movimento. Il pestaggio di Rodney King, tassista afroamericano che venne fermato e massacrato da cinque agenti della polizia di Los Angeles, viene ricordato nella canzone “We need to talk about“. A seguire, Harper vira nel funk con “Need To Know Basis”, per poi planare su note decisamente più voluttuose in “Waiting on an angel“.
Se “Gold to Me” riporta alla memoria le sere d’estate e le cene in famiglia, “Burn One Down” con i suoi ritmi reggae pronunciati così gioiosamente da Mobley, è un invito alla tolleranza verso i costumi degli altri, se questi non offendono o danneggiano.
Seduto su una sedia di legno, Harper va da solo e con la sua chitarra acustica esegue “Lebanon” e “Inland Empire” e “I Shall Not Walk Alone”, che narrano cambiamenti culturali, esorcizzano lutti ed esaltano la vita. Tornano gli Innocent Criminals per “Diamonds On The Inside”, Amen Omen”, Better Way” e “With My Own Two Hands”.
Harper è un vero artista, infonde ai suoi set qui nella città di Roma qualcosa che credo non sarebbe mai possibile replicare in nessun’altra parte del mondo.