La Mostra del Cinema di Venezia è pronta ad aprire i battenti ad un’edizione che ha già una serie di appuntamenti imperdibili. Da Harry Styles a Timothée Chalamet. Presentato ai Giardini della Biennale dal presidente Roberto Cicutto e dal direttore della Mostra, Alberto Barbera, il programma di Venezia 79, al Lido dal 31 agosto al 10 settembre, propone in concorso 23 film in gara; 19 Fuori Concorso (di cui 9 documentari), 18 nella sezione Orizzonti, 9 nella sezione Orizzonti Extra, 4 nella sezione Biennale College – Cinema che quest’anno compie dieci anni. Il film di apertura è White Noise il nuovo film del candidato all’Oscar Noah Baumbach (Marriage Story), adattamento dell’omonimo romanzo di Don DeLillo, con protagonisti Adam Driver e Greta Gerwig.
I film più attesi
Tra i film più attesi, ci sono sicuramente «Don’t worry darling» di Olivia Wilde con l’ex frontman degli One Direction, Harry Styles e «Bones and all» di Luca Guadagnino, storia d’amore con cannibalismo con Timothée Chalamet che torna col regista dopo il grande successo di «Chiamami col tuo nome». Tra le star che sbarcheranno al lido, ci saranno Cate Blanchett con «Tár» di Todd Field, Tilda Swinton, leone d’oro alla carriera di due anni fa, in «The eternal daughter» di Johanna Hogg, su un difficile rapporto madre-figlia, Hugh Jackman e Antony Hopkins in «The son» di Florian Zeller, e ancora Willem Dafoe e Christophe Waltz in «Dead for a dollar» di Walter Hill, western «alla vecchia», l’atteso «Blondie» su Marylin Monroe, e il ritorno di due cineasti affezionati al Lido come Darren Aronofski con «The whale» girato durante la pandemia in una stanza e «Il bardo» di Alejandro Gonzalez Inarritu.
Cinque italiani in gara
Tra gli italiani da citare l’esordio della cantante Elodie nel film di Pippo Mezzapesa «Ti mangio il cuore», «Il signore delle formiche» di Gianni Amelio con Luigi Lo Cascio ed Elio Germano, sul famoso caso Braibanti, omosessuale, accusato di plagio in uno storico processo in cui molti si schierarono in suo favore, compreso Marco Bellocchio, che ora figura tra i produttori del film. E il ritorno a Venezia a undici anni da «Terraferma» di Emanuele Crialese nell’«Immensità», una storia molto personale. Nel film, interpretato da Penelope Cruz che torna a Venezia (col marito in un corto) dopo la Coppa Volpi dello scorso anno, e interpreta una moglie alle prese col matrimonio che non funziona più e con una figlia che rifiuta l’identità femminile.
Tra gli altri italiani «Monica» del trentino Andrea Pallaoro, girato in America, storia di una transessuale che torna dalla madre morente. Infine in concorso anche Susanna Nicchiarelli che in «Chiara» rivisita la figura di Santa Chiara col suo stile sempre molto personale. Fuori concorso il film quasi profetico di Paolo Virzì, «Siccità», ambientato in una Roma dove, come quest’anno, non piove mai, una storia corale dove figura anche il veneto Diego Ribon.