Dopo la presentazione a Venezia78 nella sezione Orizzonti Extra, dal 23 giugno arriva in sala, grazie ad Adler Entertainment, La ragazza ha volato, ultimo film di Wilma Labate che torna così al lungometraggio dopo i documentari Qualcosa di noi, Arrivederci Saigon).
La ragazza ha volato è basato su uno script dei fratelli D’Innocenzo e racconta la storia di Nadia, la bravissima Anna Noce, un’adolescente introversa che vive a Trieste, città di confine tra tante culture. Un pomeriggio un ragazzo della sua età che la corteggia, la invita ad andare nel suo appartamento, ma non vuole fare sesso. Il ragazzo non si ferma davanti ai rifiuti di Nadia e si consuma uno stupro. Il ragazzo vive la violenza con totale inconsapevolezza e indifferenza mentre la ragazza deve fare i conti con le conseguenze di un atto spregevole e inaccettabile.
La gente intorno le è ostile. Come i suoi genitori i quali non si fanno scrupoli ad accompagnarla a praticare un aborto quando resta incinta. Nadia, che decide di voler tenere il bambino, non ha nessuno con cui parlare e sprofonda in una solitudine sociale e individuale che crea un silenzio assordante intorno a lei.
La ragazza ha volato, al cinema dal 23 giugno, non e’ ambientato nella periferia a cui spesso la cinematografia associa degrado e miseria. Labate annulla ogni differenza tra centro e periferia per denunciare come l’abuso sulle donne spesso rimanga un dramma taciuto ad ogni livello di scala sociale ed economica.
Labate decide di mettere lo spettatore faccia a faccia con una realtà da cui si preferisce distogliere lo sguardo, La scena della violenza e’ lunga e non risparmia dettagli: “Voglio che il pubblico provi disagio e dolore, lo stesso che prova la giovane donna vittima di stupro”, ha dichiarato la regista in un’intervista al Corriere della Sera. “Dura venti minuti che sono un’eternità, sembrano due ore, è così che si svolgono quelle cose, volevo raccontare quella scena non in modo simbolico ma in tempo reale, per far sentire l’angoscia di chi deve subire”.