Don Simone, è un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono, piuttosto, lo “stare insieme” dei social. Finalmente Don Simone riceve una fantastica notizia: un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto! Ma arrivato a Lugano il nostro prete scopre di aver ereditato… un bordello!
Il nuovo film di Leonardo Pieraccioni, nei cinema a partire dal 21 aprile, catapulta il protagonista in un paradosso: dover gestire una casa di appuntamenti. Come prima cosa, peraltro abbastanza scontata, Pieraccioni tenta di redimere le ragazze per poi soccombere a una serie di dubbi di un sacerdote 56enne di oggi che si interroga sulla vita che ha vissuto fino a quel momento. In tempi di crisi di vocazione e chiese vuote, ci troviamo di fronte ad un prete che con ostinazione cerca di coinvolgere nelle attività’ della comunità cristiana i ragazzi del suo paese troppo distratti dal mondo social.
Sabrina Ferilli nel ruolo della direttrice svolge bene il suo compito. Ma la vera sorpresa é “Marcello Fonte nei panni di Giacinto, il classico sacrestano di tante commedie all’italiana. “L’avevo visto recitare in “Dogman” di Matteo Garrone – racconta Pieraccioni – e me ne ero “innamorato” in maniera
totale, avevo pensato che sarebbe stato bello lavorare un giorno con lui”. Fonte fa del suo meglio per apparire disinvolto nella parte di un uomo che in apparenza sembra un po’ addormentato non ci mette molto a innamorarsi di una delle ragazze, Margot (Gabriela Giovanardi) facendola diventa la sua dolce fatina, il suo arcobaleno.
Il film si trascina tra cadute di stile tipicamente sessisti. Quando don Simone chiederà a Giacinto cosa stia pensando di fare in seguito all’evolversi della sua “love story” , lui gli risponderà che forse sa di essere “un po’ bischero ma è sempre meglio avere accanto nella vita una prostituta allegra che una moglie triste”.
Ed è così abbiamo l’ennesimo film italiano che ci ripropone il luogo comune della donna su cui continua a gravare la tristezza di salvare un matrimonio infelice pur di continuare a essere moglie. Il modello femminile di Pieraccioni sembra non essersi ancora affrancato da dinamiche di subordinazione, stereotipizzazione e patriarcato.