La mostra “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo” ha aperto i battenti a Roma, dopo il successo riscosso a Milano nei mesi scorsi: incominciata a Roma il 15 aprile, proseguirà fino al 25 settembre presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini per raccontare la Shahrzad numero uno dei nostri tempi: Walt Disney.
Non si tratta di una mostra dedicata al padre del regno simboleggiato dal castello delle favole bensì di un viaggio nel modus narrandi di quell’Esopo de’ noantri. Ciò che l’esibizione racconta è proprio quel modo di raccontare firmato Disney, una maniera di narrare storie per farle diventare al 100% sempreverdi della cultura pop.
Raccontare storie senza tempo, ossia parabole che continuano a incantare il pubblico di ogni età e di ogni epoca, viene considerato dai più un talento, un dono naturale. Invece non è (solo) così: dietro a quel dono si cela un enorme lavoro di ricerca creativa, un impegno che dura anni e che di solito è ignoto al pubblico, ossia all’attore finale della magia della narrazione, colui che ascolta le storie evergreen (e, in questo caso, che le guarda, anche).
L’esposizione che ha aperto pochi giorni fa nella Capitale racconta i capolavori di Walt Disney, riconducendo le storie alle antiche matrici di tradizione epica: alla base dei classici Disney, infatti, ci sono i miti, le leggende medievali e il folklore, le favole e le fiabe che costituiscono da secoli il patrimonio narrativo delle diverse culture del mondo.
Da queste tradizioni millenarie derivano le storie più famose da cui sono stati tratti i film Disney, di cui la mostra presenta i bozzetti preparatori di ricerca creativa. Questi ultimi sono incentrati sull’esplorazione di personaggi, ambientazioni e trame narrative e finalmente diventano i protagonisti della magia. Diciamo “finalmente” perché molti spettatori non li hanno mai visti prima d’ora, non potendo quindi rendersi conto dell’importanza di queste prime pietre che costituiscono le fondamenta dell’impianto narrativo firmato Disney.
I bozzetti non vengono semplicemente esposti ma si calano in un percorso in cui ogni disegno viene presentato in chiave narrativa.