Certe esperienze le fai per lavoro, altre in modo del tutto casuale, come quella che vi racconto in questo articolo.
Mia figlia ha fatto una meravigliosa scuola elementare ad indirizzo musicale, la Cavalsassi di Roma, dove, tra le insegnanti, aveva una certa Shrivani, nome difficile e dunque, fin da subito, memorizzato.
Lei si chiama Leila e, oltre ad essere una maestra, anzi in primo luogo, è una musicista italo iraniana. Come famiglia la iniziamo a seguire sui social per conoscere e seguire le attività che svolge suonando in giro per il mondo. E in questo modo scopriamo che ha una sorella, Sara, che a sua volta suona il pianoforte e con cui si propone musicalmente come il duo delle “Shirvani Sisters”.
Che siano talentuose e brave lo testimoniano gli innumerevoli attestati e premi ottenuti, primo tra tutti quello del Presidente Mattarella che ha insignito Leila nel 2019 del Premio Sinopoli, riconoscimento riservato ogni anno al miglior allievo diplomato dei Corsi strumentali di Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia ed assegnato dalla presidenza della Repubblica.
Oltre alla bravura sono anche attiviste, impegnate a portare avanti progetti in cui credono fortemente come quello contro le vittime del femminicidio o a tutela dell’ambiente e delle specie animali.
Ecco ora sapete più o meno quello che sapevo io fino ad un paio di mesi fa.
Perché poi hanno deciso di dar vita all’Eco Accademia nel Bosco, acquistando un terreno alberato nel Comune di Montasola, in provincia di Rieti ma a meno di un’ora da Roma, andando a rivalutare un territorio poco conosciuto e famoso per il buon olio.
Parliamo di un progetto ecosostenibile, che nasce dal desiderio delle due sorelle di divulgare la musica unito ad una particolare sensibilità verso l’ambiente.
“L’Eco Accademia ha l’intento di fondere il mondo della musica con il contesto naturalistico e riportare la musica classica alle proprie radici, dando la possibilità agli allievi di studiarla all’aperto e offrendo corsi di alta formazione per i livelli più avanzati, lontani da ogni forma di distrazione”, raccontano entusiaste.
Su queste idee di “contatto con la natura” nasce questo progetto in divenire che punta a diventare una sorta di residenza artistica ecosostenibile di formazione musicale, che metterà a disposizione spazi creativi immersi nell’ambiente circostante.
Domenica scorsa, in occasione della primavera – Nowruz per gli iraniani, hanno dato vita ad una kermesse alla quale hanno partecipato decine di artisti, non solo musicisti, dalla mattina al tramonto, che ha visto tra gli altri la presenza sul palco dell’attrice Barbara Amodio, del pianista Emanuele Stracchi e dell’Orchestra sinfonica di Santa Croce diretta dal Maestro Arman Azemoon.
E’ stato il battesimo per la struttura anche se, al momento, c’è solo un palco tra gli alberi e tavole di legno per sedersi: eppure, una volta lì, sembra che tutto possa essere realizzabile e incantevole.
Ci spiega Sara che il progetto “è stato pensato durante il lockdown, anche per far fronte alla crisi causata dalla pandemia che ha colpito duramente la categoria dei musicisti. Del resto, da sempre avremmo voluto fare una scuola di musica “alternativa”, visto che crediamo fino in fondo al contatto con la natura”.
L’Accademia si propone, dunque, di accogliere i giovani che vogliono dedicarsi all’attività musicale direttamente sul terreno e in aule in legno ecosostenibili diffuse tra gli alberi: “Ognuna andrà a sostituire le classiche aule, così avremo “la casetta del violoncello” sotto il ciliegio, o “la casetta del pianoforte” sotto il mandorlo” racconta Sara con uno sguardo sognante che non può non coinvolgere.
Le due hanno idee chiare e, soprattutto, stanno trovando piano piano approvazione e sostegno: a dargli supporto non solamente una squadra (formata da Juliane Deppe, Giuseppe Schiavello, Silvio Acati con l’architetto Claudia Baldi e il geometra Francesco Petruccioli su tutti) ma anche una raccolta di crowdfunding ma anche tante piccole realtà locali, come il comune di Montasola o quello di Cottanello che gli ha messo a disposizione il palco…
La prospettiva a lungo termine è poi quella di far soggiornare presso l’ostello dell’Accademia oltre che l’apertura di un bistrò vegan: “Quando ci hanno fatto vedere il terreno, con tutti i meravigliosi alberi da frutta, non ci è parso vero: dare vita ad un Accademia in un posto simile sarà anche un modo per salvaguardare la natura”. E quando iniziano a suonare – e si vede che ci mettono il cuore, la musica si diffonde ovunque e tutto sembra acquisire di magia.
Prossimo obiettivo impostare diverse attività già da questa estate e, soprattutto, una volta depositato il progetto in comune, dar vita alla prima aula ecosostenibile: “Vorrei che Eco Accademia fosse “aperta di mente” e capace di coinvolgere qualsiasi forma artistica, in un mix di natura e arte e dove si potranno condividere esperienze, culture e differenti modi di fare cultura”. Buona strada Shirvani.
Per sostenere il progetto dell’Eco Accademia sulla piattaforma di crowdfunding e dare un contributo per la realizzazione delle prime aule di musica:
https://www.gofundme.com/f/la-prima-accademia-musicale-ecosostenibile