Ogni volta che esce un nuovo film sul pipistrello più famoso del mondo è sempre complicato.
Batman per me è stato costantemente croce e delizia: apparte perché i titoli sono sempre gli stessi, Bat-centrici (Batman, Batman begins, Batman forever, eccetera eccetera…) ma poi anche per le atmosfere cupe, quella perenne sensazione di disagio e di angoscia che incombe in ogni immagine e, insomma, per me è sempre stato molto faticoso vederlo. Ma allo stesso modo accattivante.
Un po’ come quando ti invitano alle feste di figli di amici dei tuoi, che magari hai visto l’ultima volta quando avevi dodici anni: quegli eventi a cui sei obbligato ad andare, non conosci nessuno, probabilmente ti annoierai (e il cibo farà schifo) ma che, una volta lì, d’improvviso, diventano la cosa migliore che potesse capitarti.
Ecco questo è per me andare al cinema a vedere i film di Batman, “The Batman”, come s’intitola l’ultimo nato, che esce nelle sale planetarie per sbancare il botteghino.
Anche questa volta le premesse marcano malissimo: il solito titolo, “The Batman”; niente cibo in sala (e mi hanno pure fregato il gadget, ossia la maglietta!) la promessa di atmosfere cupissime e introspezione allo stremo (altro che Tony Stark!), un cocktail di corruzione e vendetta e poi l’idea di quasi 3 ore di film… Insomma, le classiche indicazioni di una festa alla quale eviteresti volentieri di partecipare.
Poi comincia.
E ti perdi per Gotham City.
Perché nonostante l’oscuro sia ovunque, l’introspezione sia la parola d’ordine, la percezione che il male permei ogni millimetro della città sia evidente unita al fatto che certamente non si ride mai, non riesci a smettere di starci dentro.
Bruce Wayne si presenta subito, pur senza apparire e, immediatamente, ci racconta la sua tipica personalità complicata in un contesto di disagio, violenza, declino e paura: “Vorrei poter dire che faccio la differenza ma non lo so”.
Poi la trama ti avvolge e ti ‘agguanta’ senza darti il tempo di elaborare. C’è tutto, nei Batman c’è sempre tutto: bene/male, cattivi che hanno sofferto (questa volta è il turno dell’Enigmista ma ovviamente non è il solo), buoni che hanno poco da esserlo, rabbia (tanta), attrazione e azione. Insomma, anche questa volta hanno davvero ben apparecchiato un film che funziona e che ha tutti gli ingredienti messi in giusta dose (oddio, qualche eccesso non dico che non ci sia, però se vai a vedere certi film lo metti in conto, no?)
Lui, l’animale notturno dei fumetti per antonomasia, vive isolato (meno male che c’è Alfred…), prende appunti, risolve indovinelli e combatte gli altri (“l’Enigmista è il fiammifero che accende la città fatta di polvere da sparo” e conduce un gioco subdolo ma per certi versi ‘illuminante’, seppur in modo macabro) come se stesso e con i traumi che ha vissuto e non ha mai elaborato. Il suo è un richiamo (come il faro del pipistrello nel cielo), un bisogno di speranza: “Comincio a vedere ora” dice ad un certo punto fuoricampo, nel suo vivere in un perenne contrasto in cui tutto sembra agghiacciante eppure pieno di aspettative, allo stesso modo complesso e affascinante, mostrando (guarda un po’) tutti i rischi e i malesseri profondi della nostra epoca.
Insomma, Batman, come sempre. Più di sempre. (E non ti accorgi nemmeno di quanto tempo è passato)
Come ogni recensione che si rispetti, ovviamente da me non avrete nessuna indicazione sulla trama del film, anzi del reboot. Di indicazioni, così come di citazioni e correlazioni con altri film, ne troverete a bizzeffe sui siti specializzati. Ma qualcosa ve la posso segnalare:
Il vampiro pipistrello
Senza andare troppo indietro nel tempo, dopo Christian Bale e Ben Affleck, affidare il ruolo di Bruce Wayne/Batman a Robert Pattinson a mio avviso è scelta ovvia e convincente. E’ credibile, ha la faccia da bello e dannato, vive tra le ombre da quando fu ucciso (sul set, ovviamente) da “tu sai chi” (“Harry Potter e il calice di fuoco”) e poi un animale simile al pipistrello lo ha già interpretato in Twilight… Mantiene il personaggio in quel limbo di figura controversa e fragile che ogni suo interprete ha trasmesso senza farne perdere di brillantezza, anzi. “Ho scelto lui perché cercavo un attore con un’aura rock solitaria, un incrocio tra Kurt Cobain e Howard Hughes” ha dichiarato il regista Reeves. Come dargli torto?
La gatta, il pinguino e il falcone
Nel film recitano anche una avvenente (in parrucca) Zoë Kravitz Selina Kyle/Catwoman, un irriconoscibile Colin Farrell nelle vesti di Pinguino (se non te lo dicono non ci puoi credere) ma, soprattutto, spiccano un ottimo Paul Dano nel ruolo dell’Enigmista e Jeffrey Wright (che interpreta James Gordon), senza dimenticare l’immarcescibile John Turturro nel ruolo già fatto del boss Carmine Falcone (anche se ad onor del vero paura non riesce mai ad infonderla e resta poco credibile, un po’ come Audrey Tautou che dopo Amelie fece Sophie Neveu di Angeli e Demoni, ma dai!)
Colonna sonora
Nella colonna sonora, commissionata al compositore premio Oscar Michael Giacchino (“Spider-Man: No Way Home”, i film di “Jurassic World” e “Star Wars” per intenderci), insieme all’Ave Maria di Schubert ci sono anche i Nirvana. E non è poco.
Aneddoti
“Abbiamo girato sempre di notte, buio tutto il tempo, mi sono sentito molto solo” ha detto Robert Pattinson alla prima mondiale di Londra qualche giorno fa.
La costumista premio Oscar Jacqueline Durran (“1917”, “Piccole donne”, “Anna Karenina”) gli ha creato appositamente un costume di Batman che pesa circa 27 chili.
Il regista Matt Reeves (il franchise “Il pianeta delle scimmie”) ha diretto l’adattamento cinematografico dei fumetti di Bob Kane basandosi su una sceneggiatura da lui scritta con Peter Craig. La menzione la merita anche il direttore della fotografia che è Greig Fraser, non a caso già nominato all’Oscar (“Dune”, “Lion – La strada verso casa”).
In memoria
Ultima nota: il film è dedicato alla memoria di Andrew Jack, deceduto per il Covid-19: Jack era un “veterano di Hollywood” e stava lavorando proprio sul set di The Batman (che proprio per Covid è stato fermo mesi).
Scene post titoli di coda
Come in tutti i film di supereroi anche stavolta la scena c’è. Ma dopo che vi siete sorbiti 10 minuti di titoli di coda e di improbabili nomi di persone, pur meritevoli, che hanno dato il loro contributo al film, potevano fare di più. Nelle sale dal 3 marzo