Giulia Di Quilio, attrice di cinema e teatro, è anche – con il nome del suo alter ego, Vesper Julie – una delle più importanti e > riconosciute performer di Burlesque italiane.
Attraverso la forma del One Woman Show, ha deciso di affrontare in modo nuovo la “sua” arte, mescolando prosa e strip-tease, musica e story telling, per raccontarne le origini: segreti, storie, miti che hanno creato non solo uno stile e un immaginario riconoscibili, ma un vero e proprio mondo.
Un mondo legato a doppio filo al nostro ieri, eppure sorprendentemente connesso all’oggi e alla realtà che viviamo: l’emancipazione femminile, la body positivity, la fluidità di genere, l’erotismo consapevole, la sfida ai pregiudizi sessuali, sono infatti tutti germi che si ritrovano – in modo più o meno esplicito – nell’esistenze, pubbliche e private, delle Dive che hanno “inventato” il Burlesque nei primi decenni del Novecento: le ineffabili protagoniste della sua irripetibile Golden Age, da Gipsy Rose Lee a Dixie Evans, da Sally Rand a Lily Sant Cyr.
In “Un passato senza veli”, 2 – 3 febbraio ore 21.00 OFF OFF THEATRE – Roma, le regine dello strip che fu, vengono evocate senza nostalgia polverosamente vintage ma con partecipazione e vicinanza emotiva: donne in grado di compiere scelte difficili, capaci di lottare per affermarsi, combattendo contro cliché e luoghi comuni che sembrano resistere al tempo. Per restituircele senza filtri e mostrarcene la straordinaria attualità, Giulia Di Quilio si mette in gioco in prima persona, prendendo le mosse dalla propria esperienza diretta: quella di chi, nel 2021, si sente ripetere in continuazione: “Ma cosa dice tuo
marito che ti spogli?”.
Accompagnata da una Band Live di 4 elementi, Giulia/Vesper mette in scena una “danza seduttiva” in cui l’ora e l’allora si parlano senza difficoltà: tra momenti di commozione, incursioni satiriche, performance coinvolgenti e interazioni dirette con la platea.
“Questo spettacolo nasce dalla scrittura del mio libro Eros e burlesque, edito da Gremese nel 2016”, ha scritto la regista nelle note di regia. “Durante lo studio preliminare su fonti prevalentemente americane (purtroppo le pubblicazioni italiane sul tema erano poche e generiche), mi sono imbattuta in personaggi straordinari. E più
> approfondivo la ricerca, più queste figure mi parlavano e si imponevano alla mia attenzione, collocandosi idealmente al centro della scena”Continuando a studiarle e a raccontarle sulla pagina, mi immedesimavo completamente in loro, ritrovando, tra le pieghe di quelle vite, le mie stesse difficoltà, gli stessi patimenti, gli
stessi dubbi”.
Sola in scena per 80 minuti, Giulia racconta e rivive le storie di queste donne, coraggiose, imprevedibili e, soprattutto, femministe ante-litteram: alcune di loro, con i soldi guadagnati in scena, riuscivano a mantenere più di un marito (che, puntualmente, veniva lasciato all’immancabile richiesta di “smettere di spogliarsi” per amor suo)._
Vere Dive marchiate con lo stigma di “stripper” in un mondo in cui la femmina, era perlopiù, casalinga, al massimo maestra o segretaria.. Esistenze fuori dagli schemi che, con il proprio mestiere, riuscivano a raccontare dall’interno la femminilità, svelando a molti un immaginario profondo e potente, riscoperto e reinventato, nei primi anni 2000, dal movimento del “New Burlesque”, assunto a modello di emancipazione e di libera ricerca espressiva
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