TeatroBasilica è orgoglioso di presentare, come segno di ripresa, dopo un lungo silenzio, tre spettacoli. Proposte diverse che rispecchiano l’identità del TeatroBasilica: continuità con la tradizione, spazio a giovani artisti e ricerca sui linguaggi del teatro contemporaneo. ‘Lasciare libero il passaggio’ perché le porte dei Teatri, luoghi sicuri, possano da ora in poi restare aperte. Si parte il 20 maggio con Roberto Herlitzka che fino al 23 renderà omaggio a Dante Alighieri con la lettura di alcuni Canti della Divina Commedia a cura di Antonio Calenda.
In questo 2021 che celebra i 700 anni dalla sua morte, il Sommo Poeta non smette di riservarci sorprese: con Roberto Herlitzka il linguaggio simbolico, allegorico, anagogico e metaforico della Commedia, si farà ancor più avvincente guardando quell’oltre, croce e delizia per ogni essere umano spesso costretto a saper “come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e ’l salir per l’altrui scale” e che, in qualunque condizione umana interiore ed esteriore si trovi, aspirerà sempre “a riveder le stelle”.
Il 4 giugno per due giorno ION di Dino Lopardo, Spettacolo vincitore Festival In Divenire 2019, scritto e diretto da Dino Lopardo, da un’idea di Andrea Tosi, con Alfredo Tortorelli, Andrea Tosi e Iole Franco.
Giovanni e Paolo sono due fratelli, entrambi ingabbiati nelle loro paure, desideri, aspirazioni e sogni. “La famiglia” radice da cui ogni individuo trae la sua condizione esistenziale; è forse la “GABBIA” da cui fuggire? Che cosa successe a Giovanni la sera prima del litigio furioso che ebbe con suo fratello Paolo? Di cosa parlò con lui? Che rapporto c’era tra i due? Il fratello, Paolo, è stato fin da bambino molto legato al padre, al contrario di Giovanni che invece ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la madre. Una madre che i due fratelli hanno conosciuto in maniera differente: Giovanni la ricorda come madre affettuosa, mentre Paolo come la pazza del paese. Lei che, dopo il secondo parto, cade in una forte depressione. Paolo fin da bambino ascolta il padre parlare della madre come un peso, come una palla al piede e di Giovanni come il figlio mai voluto. Giovanni vive sulla sua pelle il non essere accettato come figlio e tacciato dal padre stesso come diverso. Un padre “Padrone”, anaffettivo, chiuso nelle sue convinzioni che non accetterà mai la condizione di suo figlio neanche davanti alla morte.
I POETI MALEDETTI _ N.1 IO E BAUDELAIRE _WHO WANTS TO LIVE FOREVER? è il progetto di compagnia Biancofango con Andrea Trapani drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani, regia Francesca Macrì.
Un attore, il suo pianoforte e Baudelaire. Io e Baudelaire, primo passo di una trilogia dedicata ai poeti maledetti, è un richiamo, un’invocazione alla poesia, la direzione di un ritorno. È un dialogo con se stessi, è la ricerca delle parole, è stare sulle parole e accettare che siano importanti.
Fa quasi paura leggere oggi i poeti maledetti, questa combriccola di creature angeliche e ostinate, schiacciati da tragiche urgenze. Fa paura vederli e immaginarli in preda all’odio per i contemporanei, non più giovani – e cosa allora? – a ragionare con la precisione di un orefice sulla parola oscura, in balia sì degli eccessi, ma più di tutto di una fecondità e di un’intransigenza stilistica assolute. Ne avremmo bisogno oggi più che mai.