Nei primi minuti dell’ultimo film di Radu Jude, Bad Luck Banging o Loony Porn, viene il sospetto di aver sbagliato film. Il tanto discusso nuovo lungometraggio del regista rumeno, presentato in anteprima mondiale in concorso dell’edizione online della Berlinale 2020, inizia con una sequenza di apertura molto lunga e molto esplicita. Un uomo e una donna hanno rapporti sessuali intensi, le sorprendenti riprese porno amatoriali continuano a diventare il principale catalizzatore del film dopo che la clip – più o meno accidentalmente – diventa virale su Internet. L’identità della donna viene presto svelata: si chiama Emi (Katia Pascariu) e lavora come insegnante in una prestigiosa scuola privata. Temendo le conseguenze di questo episodio, i suoi colleghi e i genitori degli alunni mettono in piede un tribunale popolare in cui Emi deve affrontare la crudele inquisizione di giudici del tutto improvvisati.
Il film è ambientato in una Bucarest colpita dalla pandemia Covid-19, dove le persone indossano mascherine, cercano di mantenere le distanze sociali ed evitano gli assembramenti. Jude non esita a mostrare questo peculiare momento storico in tutta la sua stranezza, rendendo l’epidemia un elemento di sfondo della narrazione. Come risultato di questo approccio, la telecamera di tanto in tanto punta l’obiettivo su cartelloni arrugginiti e negozi chiusi, ormai simboli della nostra esistenza pre-pandemica. Le mascherine nel frattempo sono un vero e proprio oggetto di costume, in grado di riflettere la personalità dei personaggi.
Dopo l’impatto iniziale, il film si propone da subito con un’impostazione saggistica e questo spiega la scelta del regista di implementare una struttura ludica e tripartita. La prima parte del film è dedicata all’allestimento della trama con l’incursione qua e là di filmati presumibilmente girati in incognito, come quello che ritrae un uomo molto basso e in sovrappeso in canotta. La seconda parte interrompe bruscamente il film e si trasforma in una “lunga pausa pubblicitaria”, in cui Jude assembla, più o meno efficacemente, immagini, parole e filmati d’archivio per esplorare idee e pregiudizi delle società rumene e occidentali su argomenti come sesso, pandemie e religione. La terza sequenza, la più divertente e ricca di azione, è ambientata nel cortile della scuola. Qui Emi finisce per partecipare a un dibattito in cui i genitori e il personale discutono delle sue responsabilità e sono chiamati a decidere sul suo futuro professionale. In un colpo di scena finale, gli spettatori guarderanno tre finali diversi uno dopo l’altro – uno più surreale dell’ultimo – in modo che possano “forse scegliere quello che gli piace di più”, come ha dichiarato lo stesso regista.
Bad Luck Banging o Loony Porn, dal 16 aprile sulla piattaforma MioCinema, è una visione che non sarà facile da dimenticare. Riesce a cogliere l’assurdità dei nostri tempi, o almeno una parte di essa. Offre anche un’interessante interpretazione contemporanea di una società post-socialista influenzata dal potere della Chiesa ortodossa orientale e spaventata dal giudizio delle persone. Il processo contro l’insegnante è una dimostrazione esemplare dell’ ipocrisia che ci circonda. Tutti i personaggi, dal prete al pilota di linea conservatore, dalla madre bigotta all’ufficiale di polizia “anti-maschera” senza cervello, sfogano la frustrazione per i loro fallimenti come educatori delle nuove generazioni.
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