“Le persone spesso mi chiedono: perché metti lo smalto per unghie? Quando scalo si rovina e si distrugge. Ma quando poi mi guardo le mie mani e lo vedo rovinato penso: Oooh! Oggi ho scalato molto!”. Il colore mi dà energia e credo dia energia ad ognuno di noi”.
“Il mio paese si chiama Repubblica islamica dell’Iran. Significa che le donne devono coprirsi il capo, anche se sei una turista. E’ un obbligo come lo è mettere la cintura di sicurezza in macchina “.
“Non importa se sei ricco o povero, nero o bianco, iraniano o italiano, uomo o donna. La forza di gravità porta giù tutti allo stesso modo e questo mi dà un grande senso di libertà e uguaglianza”.
“Potevo andarmene dal mio paese, ma l’Iran mi ha fatto ciò che sono e da qui voglio continuare”.
Sono solo alcune delle perle che ascolterete nel meraviglioso documentario di Francesca Borghetti, alla sua prima regia solista, ma una solida carriera di documentarista alle spalle, che arriva a questo lavoro dopo quattro anni di pensieri e viaggi su e con Nasim Eshqi, l’unica scalatrice professionista iraniana oggi in circolazione.
Dopo una folgorazione iniziale avvenuta solo per averla vista in un giornale, Francesca si è detta che questa donna aveva una storia da raccontare e così, mentre una scalava le sue cime, l’altra scalava la sua prima regia scegliendosi un terreno impervio, aprendo una via nuova e dovendo imparare molte cose, anche grazie al contatto con questa straordinaria ragazza musulmana.
Il documentario si muove tra Italia ed Iran, ma anche dentro una cultura e una libertà che noi diamo per scontata, così come dentro la capacità di ognuno di noi di porsi un obbiettivo e raggiungerlo. Perchè quel che insegna la montagna nessun altro può farlo.
In Iran le donne non possono frequentare le palestre insieme agli uomini, il loro semplice andare nella società, qualora si discosti dalla morale o dalla consuetudine prestabilita, viene punito. Le donne non possono giocare a calcio per esempio, la vita è e resta fortemente incentrata su un patriarcato maschilista.
Ma Nasim ci insegna che anche rispettando le regole e le leggi puoi andare oltre e avanti, come quando apri una via, a volte ti devi piegare da un lato per salire più in alto dall’altro. E se la tua volontà è forte, ce la farai. Il messaggio è semplice ma è fortissimo, specie ora che in patria ha aperto una piccola scuola di arrampicata e mentre insegna a impiantare moschettoni e corde nella roccia in realtà sostiene e incoraggia una generazione di nuove persone a diventare migliori.
Ecco la nostra intervista con la regista Francesca Borghetti.