Annamaria Granatello dirige il Premio Solinas dal 1992, chiaccherare con lei è entrare in talmente tante case, attraversare porte e storie che non basterebbe una settimana a raccontarle. Così tra una cosa e l’altra ci racconta di come era diventata ospite fisse di Age, Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico quando, al tempo, consegnava di persona le sceneggiature ai giurati perchè “non avevo i soldi per i pony e a loro dicevo che avevamo avuto un problema, invece lo facevo per necessità. Poi col tempo sono diventata loro amica ed erano loro stessi a chiedermi di vederci per discutere di sceneggiatura. Erano anni incredibili, in cui anche in scrittura si curava il minimo dettaglio, come il colore di un vestito che doveva esprimere una certa emozione, ecco perchè il nostro premio tenta di rifare lo stesso percorso, sviluppare talenti e creatività in modo da tenere altissima la qualità del prodotto”.
Un festival che ha la sua punta di diamante nella scoperta di Paolo Sorrentino che qui vinse e poi produsse “L’uomo in più”, uno dei suoi film più belli. Chi sarà il prossimo? Non lo sappiamo ovviamente, ma l’importante è che manifestazioni come questa continuino costantemente a promuovere le idee ed il loro confronto”.
Qui l’intervista. Riprese di Maria Cristina Del Vecchio