#RiprendiamociTrastevere, un titolo e un hashtag per riassumere lo spirito della rassegna ideata da Diana Tejera e Angela Baraldi: restituire al quartiere storico di Roma la musica d’autore. Ogni giovedì sul palco del Big Star, music club di Trastevere, le due cantautrici sfoggiano un repertorio trasversale che mette in evidenza le capacità e la versatilità di entrambe di interpretare vari contesti musicali con la medesima naturalezza e professionalità. Dai Velvet Undergorund, tra Nico e Lou Reed, con qualche incursione in quello di David Bowie e Leonard Cohen, fino a brani estratti dalle rispettive carriere musicali.
Molti gli ospiti dell’affiatato duo che con la loro musica hanno contriuito a rivitalizzare il battito artistico della migliore tradizione del quartiere. Da Chiara Civello, Awa Ly a Grazia De Michele, da Barbara Eramo, Pino Marino, Pietro Casadei, Vincenzo Incenzo, Valerio Vigliar, fino a Francesco Forni e Ilaria Graziano, Mimosa, Eleonora Bordonaro, e tanti altri.
L’appuntamento che andrà in scena giovedì 19 dicembre 2019 promette ancora sorprese per gli amanti della musica autoriale. L’ospite questa volta è la cantautrice Christine Herin, in arte Dolche, un omaggio allo stile felliniano della Dolce Vita ma con la “H” per includere le iniziali del suo nome.
Dall’Europa all’America, Dolche continua a contaminare terre. A Roma si presenta con il progetto omonimo uscito nel 2019. Un mélange francofono e italiano che raccoglie il lavoro dei migliori nomi dell’industria discografica. Prodotto tra Los Angeles, New York, Visby, Beirut, Roma e l’Armenia, la musica ricorda gli stili e le atmosfere di Peter Gabriel, Kate Bush, Jony Mitchell, Feist, Aznavour e Gainsbourg.
Canzone d’amore, Supernova e Psycho Killer, brani con una loro identità che va colta non solo nei testi ma in partcolare nei suoni e nei ritmi, ci fanno intuire che Dolche sembra pronta a lasciarsi tutto alle spalle senza cercare per forza delle svolte radicali. Osa sperimentare con etnicismi e suoni esotici ricorrenti per affermare il desidero di tornare alla natura in una cultura moderna che è sopraffatta dall’artificio.
L’immagine di copertina riccamente evocativa è un bel migrare nei ricordi d’infanzia della cantautrice valdostana. “Nella mia terra ogni anno si svolge la desarpa, la discesa a valle di mandrie e pastori. Per l’occasione la “regina delle corna” – il capo dominante – viene adornata da un trofeo di fiori rossi”.
Il risultato è un viaggio multistrumentale e multisensoriale che, tra sogno e magia, ci apre le porte ad una solida epressione di creatività globale.
Questi i link ai social di Dolche e al sito
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