In Italia si celebrano sempre meno matrimoni (lo dice l’Istat), ma il numero di quelli “solidali” aumenta, come dimostra la nascita della figura del Wedding Planner etico e di agenzie dedicate. Meno coppie fanno il grande passo, ma cresce la fetta di persone che scelgono di arricchire il giorno più importante di un valore nuovo. È la storia di Francesco e Chiara, che si sono sposati sabato scorso, nel cuore di Roma, tra vettovaglie biodegradabili e sambusa.
Un matrimonio organizzato in poco più di tre mesi, senza appoggiarsi ai circuiti tradizionali ma curando personalmente ogni aspetto: dalla selezione di fornitori sostenibili, alla realizzazione di un bouquet di fiori di carta handmade. Francesco è docente universitario di Filosofia, Chiara è una creativa e lavora come Art Director. Si sono conosciuti nel 2012 a Colonia, in Germania, dove Francesco ha trascorso diversi mesi per ragioni professionali “Vivendo all’estero lontani dalla propria zona di comfort, ci si apre all’Altro e si diventa più consapevoli delle difficoltà connesse all’emigrazione. Soprattutto per chi lascia tutto, non per formarsi o migliorare la propria posizione lavorativa, ma per salvarsi la vita”, ci ha raccontato il neosposo.
È per questa sensibilità speciale ispirata dalla fede cristiana, che la coppia ha deciso di affidare il catering del proprio matrimonio a “Gustamundo”, progetto orientato all’inserimento professionale di donne e uomini rifugiati nell’ambito della ristorazione e realizzato in collaborazione con diversi centri di accoglienza e strutture che ospitano migranti a Roma. In altre parole, “Gustamundo” contrasta l’esclusione sociale attraverso il lavoro. Il menù del matrimonio, costruito insieme ai due Chef Ilyas e Moustafà, ha portato in tavola i profumi e colori di otto diversi paesi: Siria, Etiopia, Iraq, Somalia, Turchia, Palestina, Pakistan e, infine, Marocco. Un viaggio attraverso tre continenti, per scoprire o rincontrare sapori lontani come quelli del babaganoush (Siria), kubba (Iraq), mushakhan (Palestina) e, infine, del dolcissimo baklava (Marocco). Il servizio in sala è stato affidato al coordinamento di Behara, di origine rom e residente presso la Casa di Leda (struttura protetta che ospita donne in misura alternativa alla detenzione con i loro figli minori).
“L’importante è saper rinunciare ad un “matrimonio perfetto e in grande stile” e mettere in gioco la propria creatività per realizzare qualcosa di veramente originale. Il senso di quella giornata era, per me e Francesco, fare qualcosa di bello non solo per noi e per i nostri ospiti, ma anche per l’Altro e la comunità di cui facciamo parte. Oltre a questo, ci tenevamo a lanciare un messaggio importante: l’Ambiente va rispettato e protetto. Da qui, la decisione di organizzare un evento plastic free e l’impiego di carta riciclata per partecipazioni e menù” ha precisato Chiara.
La coppia non ha ancora scelto la meta del proprio viaggio di nozze, ma ha comunicato a Pasquale Compagnone – Responsabile di “Gustamundo” la propria disponibilità a consigliare e guidare altre coppie intenzionate a trasformare il proprio matrimonio in un’occasione di generosità e sensibilizzazione.