Nel 1999 lo spot di un famoso marchio automobilistico fece conoscere al grande pubblico “Pink Moon” ed altre canzoni di Nick Drake, cantautore e chitarrista nato in Birmania e cresciuto nel piccolo villaggio inglese di Tanworth in Arden. Fino a quel momento di Nick Drake e della sua breve esistenza – morì probabilmente suicida a soli 26 anni – poco si sapeva se non che compose soltanto 3 Album, tutti di scarso successo. Eppure, col tempo, la voce delicata di Drake e il rigore di certe sue melodie si sarebbero imposte come modello per tutti quei musicisti che ricercano con determinazione la propria voce interiore attraverso la strada non semplice del cantautorato.
Le emozioni provocate da canzoni come “Parasite”, “Saturday Sun”, “Place To Be”, “Cello Song” sono ben descritte nel Documentario “Nick Drake. Songs in Conversation”,diretto da Giorgio Testi e presentato in anteprima alla quattordicesima edizione Festa del Cinema di Roma nella sezione Eventi Special. Un viaggio intrapreso da Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo che ci conduce direttamente al cuore della Musica gentile e introversa di Drake, artista dotato di una grande consapevolezza artistica eppure restio ad esibirsi in pubblico perché contrario alla logica del doversi vendere a tutti i costi.
Angelini e D’Erasmo, oggi musicisti affermati, hanno incontrato Drake in giovane età e ne sono rimasti profondamente influenzati ma non sono gli unici; all’interno del Documentario incontrano altri artisti che condividono con loro questo amore: Andrea Appino, Manuel Agnelli, Niccolò Fabi, Piers Faccini. Ognuno di questi musicisti è chiamato a reinterpretare un brano di Drake, ognuno di loro racconta come ne sia rimasto impressionato e segnato, tutti sono concordi nell’affermare che le note di Nick Drake posseggano un’aurea di atemporalità che le rende al contempo assolutamente contemporanee. L’immersione nelle note di Drake è totalizzante anche grazie alla presenza della Natura, elemento immanente e ricorrente nella visione dell’artista inglese. Una natura dai colori cangianti e dai ritmi scorrevoli, ed è proprio in questo humus che gli artisti si esibiscono.
Il viaggio di Angelini e D’Erasmo è arricchito dalla visita a Far Leys, luogo della casa di Drake e dall’incontro con John Wood, il sound engineer che ha registrato tutti e tre gli album dell’artista. A lui è affidata una considerazione sulla fortuna postuma dell’artista. Se oggi possiamo ascoltare la Musica di Drake è perché la Island Records, l’etichetta discografica che ne produsse gli Album, conservò all’interno del proprio catalogo i suoi brani, nonostante gli insuccessi. E questo dovrebbe dovrebbe farci riflettere molto sull’industria discografica contemporanea.