Il 7 ottobre si è svolta, a Roma, l’anteprima europea del film Maleficent-Signora del Male, sequel di Maleficent uscito nel 2014. Evento di preapertura di Alice nella Città, sezione parallela alla Festa del Cinema di Roma, il film arriverà nelle sale il 17 ottobre. A presentarlo sono state le due protagoniste della pellicola: Angelina Jolie (Malefica) e Michelle Pfeiffer (la regina Ingrith).
“Il film ha tre protagoniste femminili molto diverse tra loro ma tutte donne determinate. E’ questa la diversità che abbiamo tentato di rappresentare nel film“. A parlare è Angelina, che aggiunge: Non credo sia l’effetto del metoo ad aver convinto gli studios a metterle insieme nello stesso film. Sei anni fa nel primo Maleficent c’eravamo io ed Elle Fanning (Aurora n.d.a.) Non c’è quindi un cambiamento ma un modo nuovo di apprezzare la forza delle donne, anche da parte degli uomini“.
Riguardo al suo personaggio, Michelle sottolinea che spesso quando si è un leader, è necessario saper fare anche dei sacrifici per il bene maggiore”.
Si ragiona poi sulla maternità. Nel film, Angelina Malefica si affeziona ad Aurora come fosse sua figlia di sangue anche se, tiene a precisare, che non avrebbe mai pensato di diventare madre: “In qualche modo, è ciò che è accaduto a me. Per Malefica essere madre le ha salvato la vita“.
Per due attrici che vantano ruoli importanti nel cinema, recitare in una favola si è rivelato un banco di prova impegnativo. Se per Angelina è stato liberatorio e divertente, un modo per uscire fuori dagli standard, per Michelle, interpretare creature di fantasia è stata un’occasione per affrontare personaggi reali, cercando in loro un’umanità.
Si torna infine a parlare di diversità, vero tema del film. Per Michelle Pfeiffer la diversità è un modo per sopravvivere ad un mondo sempre più intollerante. Un fenomeno che sta interessando anche il regno animale e l’ambiente. Angelina Jolie punta invece il dito contro i social: Le nuove generazioni sono sempre più connesse, viaggiano molto, eppure si continua ad assistere ad un’ondata di odio verso chi è non è uguale a noi. Una paura che ci impedisce di vedere la diversità come ricchezza. Se potessi fare un sortilegio, ecco sarebbe questo: prendersi cura degli altri”.