Caro Jova volevo ringraziarti.
Perchè assistere ad una (almeno una) delle tappe del #jovabeachparty (JBP) è un’esperienza incredibile e credo sarà uno di quei concerti – li potremo ancora definire così dopo il tuo? – da inserire nell’album dei ricordi.
E il grazie che ti scrivo è legato a tanti motivi, i più vari e disparati.
Attenzione all’ambiente – Oltre alla musica, hai saputo trasmettere stimoli ambientali e sociali: nonostante ci fossero oltre 40 mila persone, ritengo sia stato il day after più clean visto dagli operatori ecologici perché, pensando a quanta gente c’era, la spiaggia del giorno dopo certamente non è quella che ‘lasciamo’ imbrattata e sporca in ogni normale fine settimana estivo. Ho visto tutti quelli intorno a me, ed erano tanti, ‘ripulire’ il proprio spazio, buttare la plastica negli appositi spazi e raccogliere le proprie cose utilizzate: con la plastica recuperata saranno realizzate magliette da regalare a società sportive locali, coperte in pile per le associazioni di volontariato, panchine da donare ai comuni ospitanti, passerelle per l’accesso dei disabili. E il tuo modo di guardare al futuro ce lo hai trasmesso coinvolgendo tanti testimonial, da Renzo Piano agli astronauti dell’ESA, fino al velista Giovanni Soldini, che hanno portato la loro dichiarazione di attenzione rispetto al pianeta e alla necessità di diventare ‘plastic free’:
“Portate via quello che avete prodotto a livello di rifiuti. Ci vorrà del tempo ma il nostro obiettivo è liberarci delle plastiche monouso. Serviranno i progressi scientifici, ma dipende soprattutto da noi. Cominciamo subito, è la cosa più rivoluzionaria che ci possa essere: la prima scelta che possiamo fare è quella di occuparci del nostro pianeta, partendo dalle piccole cose. Questa è la sfida della nostra generazione” ci ricordi al termine del concerto; ma la grande notizia è che questa impegno il tuo pubblico è già preparato a metterlo in pratica.
Circus – Al concerto c’erano tantissime famiglie. Oltre a godersi la musica, grandi e piccoli potevano stare in acqua o divertirsi con i mille intrattenimenti proposti dagli sponsor che ti hanno affiancato e che erano all’interno dell’area: dallo stand dei Fonzies, che regala un gadget per ogni pacchetto vuoto che viene restituito, alla E.ON che ha creato una stazione di ricarica gratuita per smartphone alimentata da una piccola centrale di produzione energetica munita di cyclette elettriche con cui fare sport e sfidare gli amici, così come i bicchieri compostabili e con cannucce commestibili di Bacardi. Eppoi meritano una visita le iniziative del WWF per rammentarci la salvaguardia del pianeta e la tutela degli animali.
Nel tempo che trascorre tra un bagno al mare (con spiaggia sorvegliata da 16 assistenti bagnanti dislocati tra torrette e isole galleggianti, con motovedette della Guardia Costiera a vigilare) e l’intrattenimento, perfino la fila per i token – tagliandi coloratissimi con cui pagare cibo e bevande disponibili nei tanti e diversi stand di street food che offrono davvero ogni genere alimentare – diventa un gioco.
Ospiti – Prima della tua performance (ma tu ci sei sempre stato sin dall’apertura, anche solo a presentarli o per farti un giro in bici ed entusiasmare il pubblico) si sono avvicendati in questa tappa Devon & Jah Brothers, Ackeejuice Rockers, Los Wembler’s De Iquitos e Nuckodemus e Benny Benassi. Artisti provenienti da ogni parte del mondo ad avvalorare lo scambio di suoni e culture: “Siamo qui, davanti al Mediterraneo. Un mare che accoglie, il ‘mare nostrum’. Un mare di civiltà”. Peccato non sia potuta arrivare Fatoumata Diawara, che hai pensato di sostituire egregiamente divertendoti a cantare sul palco del Contiki (come racconti durante la festa, nemmeno il nome del palco hai lasciato al caso…) in un pre concerto che già da solo è stato strepitoso.
Poi nella serata hai tirato fuori dal cilindro delle ulteriori sorprese: prima Gianni Morandi, con cui hai intonato “Vita” per poi duettare sulle note di ‘Un mondo d’amore’, ‘C’era un ragazzo’ e ‘Fatti mandare dalla mamma’, che, come gli dici scherzando sul palco, sono “Canzoni senza tempo, che tutti conoscono, anche i più giovani qui presenti. Prima ancora di pronunciare la parola ‘mamma’ i bambini dicono ‘c’era un ragazzo’”. Poi la volta di Tommaso Zanello, in arte ‘er Piotta’, quasi a voler rinnovare i fasti dei pionieri del freestyle (anche trash)…
Show – Sul volgere del tramonto (e che tramonto) si “inizia a volare”. Ti trasferisci sul palco e, con la tua band – Saturnino, Riccardo Onori, Christian “Noochie” Rigano, Gianluca Petrella, Franco Santernecchi e Leo Di Angilla – cominci a farci saltare. La cosa di cui mi sono reso conto solo ieri è che nel tuo repertorio ormai sono tutti dei “classici”, canzoni che la gente è pronta ad intonare e cantare con te, tanto che non c’è bisogno di menzionare i tuoi successi. Ma la musica non è solo “la tua”, quella fatta dalla tue canzoni per intenderci, perché quando hai detto che saresti tornato “in consolle a far divertire la gente” non scherzavi e il sound che hai mixato era quello più fico degli anni ’80, quello che alternavi al Veleno nei sabati sera della mia gioventù. Con pezzi tipo” Walk this way” versione Run DMC, o “Hey boy” dei Chemical Brothers hai fatto ballare perfino i più giovani che forse cose del genere non le avevano mai sentite, per poi ritornare ai tuoi inni e persino ai lenti (anche se la telecamera soggettiva su tua moglie, alla quale dedichi ‘A te’ non le ha dato tregua, poverina).
Innovazione – Di un po’ Lorè, ti rendi conto di cosa hai fatto? Qualcosa di innovativo, molto più di un concerto, un progetto unico e mai tentato prima; una sfida che è stata inedita anche per la produzione e l’organizzazione, curata da Maurizio Salvadori per Trident Music, che da più di trent’anni lavora con te e con il tuo manager Marco Sorrentino. D’ora in poi fare spettacoli sui lungomare sarà stimolo per ogni artista. Insomma, hai aperto una strada nuova, che diventerà il riferimento per ogni progetto musicale del futuro.
Da testimoni di un simile evento, allora, possiamo persino soprassedere ai “problemi” e pazienza se questa volta non ci hai cantato “Penso positivo” o che il matrimonio non lo hai celebrato; e magari per una volta possono essere accantonate le polemiche sull’impatto ambientale del tour e sui contratti ai lavoranti (tutte da verificare, ma ti prego fallo anche tu!) e persino il fatto che per tornare a casa in molti hanno dovuto stare in coda nelle auto per ore anche solo per uscire dal parcheggio: noi nella tua gioiosa città ideale ci siamo sentiti a casa rispettando l’ambiente. Ecco allora spiegato il ringraziamento che, idealmente, ti mando: hai saputo renderci parte di un futuro bello, che possiamo ancora non solo sognare ma creare, magari a tempo di musica.
Salutando Benny Benassi hai citato il Coachella Festival, kermesse che si tiene in California e a cui lui ha partecipato 5 volte. Adesso, nel tuo modo di “rivoluzionare divertendosi”, anche noi abbiamo il nostro festival internazionale a vocazione ambientale. E, come ti ha replicato Benassi, “JBP è pure meglio del Coachella”…