Uno dei concerti più attesi dell’anno non ha deluso aspettative e sogni dei fans più impazienti. I Garbage – la scozzese Shirley Manson, gli americani Butch Vig (ma a Roma c’era Matt Walker), Steve Marker e Duke Erikson – sono saliti sul palco poco prima delle 22 e fino alle 23,15 hanno dato energia, ritmo ed entusiasmo in modo inesauribile.
Con ormai alle spalle oltre 25 anni di carriera Shirley e la sua band sanno quando accelerare e quando prendere pause anche romantiche dove la presenza scenica e la vocalità della rossa di Edinburgo farebbero scaldare le mani anche ai pinguini. Ma a Roma non serve, il caldo torrido della serata ben si mescola con il calore dei fans che la Manson ringrazia più volte per essere lì con lei, “tra tutte le mila band che ci sono, tra tutta la musica e i messaggi disponibili siete qui e ci avete scelto e non so per quale ragione o affetto, ma Grazie Roma, grazie mille!”.
Più volte ringrazierà Roma e il pubblico e il discografico Carlo e ricorderà come nel 1995 arrivarono per la prima volta nella capitale forti di quelli che sarebbero diventati i loro più grandi successi. Push It, I think I’m Paranoid, Stupid Girl, Only Happy when it Rains, cantati dal pubblico e dalla front girl a squarciagola. Non sono mancati anche i brani più recenti come Bleed Like me o Wicked Ways in un crescendo di connessione sempre più stretta tra la musica, l’energia e la location che meravigliosamente rende magica ogni luce, ogni nota, ogni danza.
Purtroppo solo un bis ha chiuso il concerto, Grow Up, avremmo tutti voluto che non finisse mai.