“A che cosa serve il cinema?”. E’ la provocatoria domanda di Pedro Armocida, direttore della 55esima Mostra internazionale del Nuovo Cinema Pesaro Film Festival, che si terrà dal 15 al 22 giugno nella città marchigiana. Lo “ieri, oggi e domani” dei festival di cinema si presenta con un manifesto disegnato da Roberto Recchioni richiamandosi a Warhol e dedicato al film di genere e nello stesso tempo cerca di individuare le nuove tendenze e le firme del futuro.
«Il tentativo è di dare una panoramica, il più possibile allargata ma inclusiva, agli spettatori che si possono confrontare con opere provenienti da tutto il mondo proiettate nei loro formati originali. Da qui nasce la nostra attenzione a lavorare ancora con la pellicola, 35mm, 16mm e Super8» dice il direttore. Ha presentato il festival questa mattina in conferenza stampa a Roma, all’Istituto Cervantes in piazza Navona, insieme a Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, Bruno Torri presidente del Festival, Andrea Sartoretti e Olimpia Carlisi componenti della Giuria professionale insieme ad Amir Naderi.
Le linee del programma seguono quelle editoriali del comitato scientifico composto da direttore e presidente, Laura Buffoni, Andrea Minuz, Mauro Santini, Boris Sollazzo, Gianmarco Torri e Walter Veltroni.
Dunque una pluralità di declinazioni e di proiezioni e si prevede un omaggio Bernardo Bertolucci e a Barbara Hammer, pioniera del cinema lesbico, recentemente scomparsi, mentre in apertura di conferenza stampa è stato ricordato il fotografo del cinema Pietro Coccia.
Il programma spazia dal nuovo cinema con la C maiuscola del Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Micciché, che seleziona tra prime e seconde anteprime mondiali, alla sezione di avanguardia Satellite.
Con l’onore dell’evento speciale c’è il film di genere, omaggio a 20 anni di Stracult – Rai 2 e c’è tutta la troupe di Fuori Orario Rai 3 per i trent’anni del contenitore di Enrico Ghezzi e le sue “cose mai viste”. Non mancano i focus, sul cinema spagnolo, sugli sguardi femminili in 10 anni di registe del cinema russo, né le lezioni di storia di Federico Rossin dedicate ai Femminismi. C’è la personale di Lee Anne Schmitt, impegnata artista e cineasta statunitense che gira in 16 mm ed è ospite uno dei massimi registi sperimentali argentini, Claudio Caldini, che proporrà i suoi film in super 8.
Tutto questo con un omaggio al grande cinema di sempre: la Mostra apre con Butch Cassidy, buddy movie che compie 50 anni.
Tra gli eventi, gli incontri “Fuori cinema” condotti da Veltroni, primi due appuntamenti con Giovanni Floris e Lino Banfi, e le proiezioni di mezzanotte, tra immagini e musica, su Palazzo Gradari.
Vediamo qualche titolo. Nel premio sono tutte straniere le sette opere sufficientemente “libere, nuove, lontane dal film da festival” selezionate dalle due giurie, professionale e degli studenti, tra le centinaia arrivate. Quindi come opere prime o seconde in anteprima mondiale si vedrà: Kamagasaki Cauldron War di Leo Sato (Giappone 2018), Nona. Si me mojan, yo los quemo di Camila José Donoso (Cile 2019), That Cloud Never Left di Yashaswini Raghunandan (India 2019), Demons di Daniel Hui (Singapore 2018), Bring Me The Head Of Carmen M. di Felipe Bragança e Catarina Wallenstein (Brasile/Portogallo, 2019), Inland/Meseta di Juan Palacios (Spagna, 2019), Square di Karolina Bregula (Polonia/Taiwan, 2018).
L’Italia si fa spazio tra i titoli che guardano al futuro, nella selezione Satellite, come Watna di Lorenzo Casali e Micol Roubini; Giacomo Laser e il demone di Giacomo Laser; Non c’è nessuna dark side di Erik Negro; Variazioni luminose nei cieli della città di Giuseppe Spina. Nella rassegna sul film di genere si va da Per un pugno di dollari di Sergio Leone fino a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti passando dal Gatto a nove code di Dario Argento o Travolti da un insolito destino… di Lina Wertmueller. Tra le chicche un corto di Gina Pane del 1968 nella sezione Femminismi, i quattro film inediti di Fuori Orario, tra cui Waiting di Amir Naderi e Chant d’Hiver di Otar Iosseliani, e quattro proiezioni speciali, tutte del 2019, finora mai viste e scelte dal festival, tra cui il già “umano, troppo umano” di Mario Schifano Adriano Aprà Autoritratto di Pasquale Misuraca.
Restano da ricordare, senza per questo esaurire il fitto programma, la rassegna Animatori italiani oggi con la personale di Roberto Catani, il Re-framing Home Movies dedicato alla salvaguardia dei film di famiglia, la presentazione dell’archivio digitalizzato di Alberto Grifi.
Programma completo e approfondimenti su