L’ultimo capitolo della saga dei mutanti, iniziata nel 2000, è X-Men: Dark Phoenix di Simon Kinberg, con Sophie Turner, James McAvoy, Jessica Chastain, Jennifer Lawrence e Michael Fassbender, in sala il 6 giugno.
Al centro della storia la mutante Jean Grey, Sophie Turner, che si trasforma nell’essere più potente dell’universo. Una una donna che lotta contro i propri demoni interiori. La Regina del Nord nella serie “Il Trono di Spade”, che si è appena conclusa, ha raccontato di aver studiato schizofrenia e disturbo dissociativo dell’identità per cercare di calarsi al meglio nel personaggio della Fenice Nera.
“Di solito quando nei film è un personaggio maschile a perdere il controllo e a diventare negativo, lo definiscono forte, – sostiene Jessica Chastain, che interpreta il cattivo del film: Smith, un personaggio mutaforme che manipola la mente di Phoenix. “Se è invece una donna, è una persona complicata. Jean rappresenta benissimo quello che sono e sentono oggi le donne. Nel film insomma viene fuori tutta la rabbia delle donne contro una cultura sessista e patriarcale che ancora resiste nella nostra società”.
Una svolta nell’industria Marvel che, sempre secondo Chastain, è merito del pubblico, desideroso di vedere storie universali. “Sono loro responsabili del cambiamento, loro hanno permesso a film come Black Panther, Wonder Woman e Captain Marvel di aggiungersi alla lista dei film di successo della Marvel”. E questo nonostante le critiche e i tentativi di boicottaggio da parte degli utenti.
I supereroi di Stan Lee sono i reietti della società. Diversi da tutti, temuti dal governo e da chi teme ciò che è difficile comprendere. “In questo momento storico, gli X-Men sono portatori di un messaggio importante: la necessità di lottare per l’uguaglianza e per i diritti delle minoranze”, spiega Michael Fassbender, che in X-Men interpreta Magneto, capo dell’isola-nazione di Genosha. “Noi esseri umani – ha continuato l’attore – tendiamo ad essere tribali, divisi e cerchiamo sempre un capro espiatorio negli altri: i rifugiati, i poveri , coloro che sono spinti ai margini. Ma voglio rimanere ottimista e spero nella lungimiranza delle future generazioni”.
X-Men Dark Phoenix è un film che scardina tutte le certezze. “Il mondo attuale è un po’ sottosopra dal punto di vista politico e sociale – interviene infine il regista Kinberg – non c’è più nulla di certo e definito. Manca l’unione, si è perso anche il senso di famiglia. Il personaggio di Jean con la sua trasformazione , produrrà una divisone profonda all’interno della famiglia degli X-Men. Ecco, con il mio film voglio porre al pubblico una domanda: se ami qualcuno, quand’è che lo lascia andare? oppure lo tieni stretto a te, per sempre, a tutti i costi, anche a tuo rischio e pericolo?