“Non mi interessa fare il politico. La politica, oggi particolarmente, è trovare compromessi e io voglio sfruttare i miei talenti in altro modo». Così George Clooney, a Roma per presentare in anteprima europea “Catch – 22”, la serie televisiva originale Sky (sei episodi in onda in prima serata dal 21 maggio su Sky Atlantic) nel triplice ruolo di attore, regista e produttore, mette definitivamente a tacere le voci su una possibile sua candidatura a Presidente degli Stati Uniti d’America.
Un nome scolpito nella storia americana, George come George Washington, primo Presidente degli Stati Uniti: l’uomo più potente dello show business vuole tenersi ben alla larga da Capitol City. Dalla vanagloria e dalla sete di potere e bramosia.
Il liberale Clooney, come si è sempre definito a livello politico, continua a dare prova del suo talento più grande; trasmettere l’immagine di sé non come uomo di successo, ma piuttosto uomo di valore. Premio Oscar come miglior attore non protagonista nella pellicola Syriana, film del 2005 scritto e diretto da Stephen Gaghan, l’attore americano prende spesso a cuore molte campagne umanitarie internazionali: da quella contro la guerra del Darfur al supporto alla popolazione di Haiti dopo il terremoto del 2010, da leggi più resrittive sulla vendita delle armi negli USA, alle vittime dello tsunami nel Sud Est asiatico del 2004. Il suo impegno civile ha toccato anche l’Italia, in Abruzzo dove ha contribuito al fondo di solidarietà in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 Aprile.
Insomma fuori dal set, sempre in prima linea per gli altri. E’ questo il suo modo di “fare politica”: restituire una parte della fortuna che ha avuto. Fare del buon cinema impegnato portando sul piccolo schermo il romanzo antimilitarista di Joseph Heller, pubblicato nel 1961 e considerato un classico della letteratura americana del XX secolo.
Vi si racconta di una squadra di aviatori dell’esercito americano di stanza in Italia durante il Secondo Conflitto Mondiale. Il ricorso alla satira emerge in modo evidente sull’obiettività dell’analisi politica per denunciare l’assurdità della guerra. Come sottolinea lo stesso Clooney: «Viviamo tempi difficili che ci impongono il dovere di essere vigili su quello che succede intorno a noi. Catch 22 è un racconto epico in chiave burlesca per ridicolizzare la guerra. Una storia senza tempo perché i temi che tratta sono universali. E’ un modo per ricordarci che è sempre il momento giusto per parlare della demenza militare. Oggi ci sono ancora conflitti irrisolti in Iran e l’Afghanistan e in molte altre parti del mondo. Quello che cerco di dire è che in un momento storico dominato da globali autoritarismi, dalla fondamentale diffidenza che si prova nei confronti dell’altro e dal populismo, si sta prendendo coscienza della necessità di reagire, di lottare per un futuro migliore”.