“Se avessi avuto la testa, sarei Top10 già da 10 anni”.
Fabio Fognini è così, prendere o lasciare. Se avesse avuto la testa avrebbe vinto molto di più, lo sanno tutti. Con quel braccio, con quel talento, che spreco no? Uno che ti fa incazzare o saltare dalla bellezza dei suoi colpi impossibili, uno che prende a pallate in semifinale The King of Clay Rafa Nadal così come può perdere al primo turno del torneo di Marrakech la settimana prima. Uno che al talento è secondo solo a Roger Federer, pure con un grande FORSE, come ha detto Adriano Panatta subito dopo la vittoria di Fabio a Montecarlo. Perchè le teste calde sono così, ti portano dalle stelle alle stalle e ritorno in 5 minuti, un rollercoaster di emozioni che o ami o odi.
Ma che abbia messo la testa a posto? Questa cavalcata di Montecarlo potrebbe averci restituito un nuovo campione, che dopo due anni da quando si è sposato con Flavia Pennetta e fatto un meraviglioso bambino di nome Federico, magari sta trovando calma, radice, testa.
In finale Fabio ha battuto il serbo Dusan Lajovic, anche lui alla sua prima finale sulla terra in un 1000 e con un’occasione d’oro, approffittare di non trovare dall’altra parte della rete uno tra i soliti Nadal, Djokovic, Thiem o Zverev.
Fabio è stato meraviglioso, perchè non ha mai ceduto campo e iniziativa al serbo, rendendo la finale una quasi formalità dopo la clamorosa vittoria in semifinale contro Rafa Nadal. Con un tifo quasi da stadio e molto italiano sembrava una partita da plaza de toros più che da Montecarlo Country Club.
Ecco, è questa partita la vera finale che ha vinto il ligure. Un match nel quale ha rischiato di dare 6/0 nel secondo set al campione spagnolo che non perdeva sulla terra da un anno, quando lo battè Dominic Thiem a Madrid, nel 2018.
Fabio ha mostrato nel Principato di Monaco sotto gli occhi di Alberto e la Real Famiglia come si gioca a tennis, sciorinando tutto il repertorio. Palle corte, passanti, rovesci e dritti a una velocità supersonica con quella camminata un po’ così’, da mezzogiorno di fuoco, che tu diresti non arriverà mai sulla palla e invece ci arriva velocissimo, a volte addirittura in anticipo… Chissà come fa. Certe cose non si possono insegnare, nemmeno nelle più famose Academy del mondo (vero Rafa?), così come certa testa a posto non si può inculcare (vero Fabio?).
Un tennis stellare quello esibito da Fogna, come è conosciuto nel circuito. Addirittura il suo amico Djokovic gli ha twittato le congratulazioni mentre Nadal dichiarava in conferenza stampa di aver giocato la sua peggior partita sul rosso da 14 anni a questa parte senza averne scovato una ragione.
Vedremo come procede la stagione, ma finalmente abbiamo un nome italiano tra i vincitori dopo quello di Nicola Pietrangeli nel 1968 a Montecarlo e dopo quello di Barazzutti, ultimo finalista nel 1977. Proprio Corrado che oggi lo allena potrebbe essere, insieme a Flavia e Federico, la “rotella” in più che mancava alla testa di Fabio.
La stagione è ancora molto lunga, ma sognare è lecito, oggi Fogna è al numero 12 del mondo, abbiamo 20 giocatori tra i primi 200, una pattuglia di giovani promettentissimi, sarebbe anche il caso di riportare qualcuno tra i primi 10. Adriano Panatta raggiunse il numero 4 e Barazzutti il numero 7, Fabio è vicinissimo e lo meriterebbe davvero.