Un dialogo intimo e personale quello che raccontano Sophia Angelozzi e Ilaria Arcangeli, due giovanissime artiste che hanno scritto ed interpretato “Civico 48”. Pensieri intimi di donne che, per qualche motivo si sono trovate ad affrontare situazioni difficili, ed è proprio quello che le accomuna. Una donna incinta che non sa se portare avanti la sua gravidanza, una donna che lotta, invece, con i fantasmi del suo passato, un’altra che per anni si è guardata allo specchio sperando di poter esser diversa, di poter valere di più, di poter essere di più e sempre di più, che si è lasciata andare nelle braccia della anoressia, unica sua complice. Una donna che, insieme al suo compagno di vita, vive nella speranza costante di avere un figlio, ci provano, lottano ogni mese per vedere realizzato il sogno di diventare genitori, ogni mese girovaga per farmacie per acquistare test di gravidanza per farli da sola, nel bagno di casa, pregando Dio che quella volta…è quella giusta, poi però la speranza si spegne come un abat-jour su un comò. Sophia e Ilaria interpretano due sorelle e leggono queste lettere al femminile indirizzate proprio alla madre che non c’è più. Una madre che manca come l’aria e che è andata via troppo in fretta, lei riusciva a dare sostegno e trasmettere coraggio a queste donne. Un’interpretazione spontanea e naturale quella delle due attrici che si cimentano in situazioni della vita complicate con convinzione. Si interrogano e fanno interrogare gli spettatori su dilemmi importanti: perché una donna deve scegliere se lavorare o diventare mamma? Perché per fare entrambe le cose si deve sentire sbagliata, inadeguata? Perché non vengono comprese le sue esigenze? Perché sui posti di lavoro prevale lo sfruttamento? Come deve fare una famiglia numerosa a sopravvivere? Un valore aggiunto allo spettacolo è sicuramente l’esibizione impeccabile del pianista Gaetano Di Meo che, accompagna le artiste in questo viaggio introspettivo con brani strumentali. La musica rende la rappresentazione ancora più intensa ed emozionante. Insomma, scelte coraggiose quelle di Sophia e Ilaria di mettere in scena uno spettacolo per nulla banale. Ed è proprio sul messaggio che vogliono trasmettere che bisogna riflettere: non aver paura di andare a fondo nelle situazioni, di scoprire la verità, per quanto male possa fare, non farsi sopraffare da stereotipi della società che ci annientano e ci schiacciano, non aver paura di mostrare le proprie debolezze e le proprie fragilità perché tutto vale la pena di esser vissuto.