“Con la tecnica non si fa il teatro. Si fa il teatro se si ha fantasia”,pensava Eduardo De Filippo. Lo stesso vale per il cinema. E la fantasia è stata la dote principale di Elvio Porta, sceneggiatore e commediografo fra i più brillanti della nostra epoca.
Un ricordo sincero, appassionato e intelligente di un grande uomo di cultura e di cinema. Già presentato in anteprima nazionale il 2 gennaio scorso al Festival Capri Hollywood dell’isola di Capri (Na), “Il Talento della Fantasia” è una raccolta di testimonianze e immagini della lunga carriera di Elvio Porta. Il docufilm, realizzato con il contributo della Fondazione Film Commission della Regione Campania, verrà presentato per la prima volta a Roma lunedì 25 febbraio alla Casa del Cinema alle ore 21.00. Una serata tributo che, oltre alla proiezione del film, ricorderà l’uomo, l’artista e la persona nelle testimonianze di chi ha lavorato e vissuto con lui.
Elvio Porta, scomparso nel 2016, è stato senza alcun dubbio uno dei massimi commediografi e sceneggiatori della nostra epoca. Autore, insieme ad Armando Pugliese, del “Masaniello”, il testo teatrale che più ha cambiato la percezione del “come fare teatro in lingua napoletana” dopo Eduardo.
Elvio Porta è l’autore di capolavori indimenticabili come La mazzetta (1978); Giallo Napoletano (1979); Cafè Express 1980); Madonna che silenzio c’è stasera (1982); La stangata napoletana (1983); Mi manda Picone (1984); Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1985); Se lo scopre Gargiulo (1988); Scugnizzi (1989); Pacco, doppio pacco e contro paccotto (1993) e tanti altri film, autentici camei del cinema italiano. Elvio Porta è stato lo sceneggiatore preferito da grandi registi come Nanni Loy e Lina Wertmuller.
I suoi lavori teatrali hanno ottenuto successi in tutta Europae il cinema italiano ha beneficiato del suo apporto originale alla “commedia all’italiana” che, nella sua forma più alta, resta uno dei generi più apprezzato dal pubblico.
Il docufilm è un percorso nel ricordo della vita di un artista che emoziona, commuove e diverte. Un omaggio meritato a cui hanno partecipato attori e amici di una vita, tra cui: Giuliana De Sio, Lina Sastri, Mariano Rigillo,Leo Gullotta, Carlo Molfese, Enzo Decaro, Danila Bonito, Lucio Aiello, Marzio C. Honorato, Massimo Cristaldi, Carmen Femiano, Anna Teresa Rossini e Carlo Molfese, insieme a tanti altri amici che ricordano i momenti belli vissuti con Elvio Porta, in modo particolare Lucio Aiello (collaboratore di Elvio per anni), ricostruisce i momenti della scomparsa di Porta, che sembrano tratti dalla sceneggiatura di un suo film.
“Il lungometraggio – come spiega il regista e produttore Gianni Ciuffini – è nato con la precisa volontà di ricordare un grande amico che, negli anni, ha lasciato un segno indelebile nel teatro e nel cinema italiano. Il nostro approccio al racconto della splendida carriera di Elvio Porta, è quello affettuoso di chi lo ha conosciuto bene. E mette in risalto i suoi successi con chiari riferimenti al momento storico in cui sono stati concepiti, grazie al ricordo e alle testimonianze di chi ha condiviso con Elvio un percorso di vita, lavoro e amicizia.”
Nel docufilm c’è uno spaccato sincero, appassionato e poetico della città di Napoli che ha dato i natali a Elvio Porta e a grandi Maestri del cinema e del teatro come Eduardo, Troisi, Totò e Sofia Loren. Il ritratto di una metropoli affascinante e ricca di poesia che, nonostante abbia dato vita a grandi figure in tutti i campi dell’arte, viene spesso dimenticata. In quest’ottica della memoria e del ricordo nasce l’omaggio alla grande figura di intellettuale camaleontico di Elvio Porta, che con Napoli e la sua poetica scrive le note di una canzone che riecheggia in tutti gli script dei suoi film.