Il dinoccolato Carlo (Fabio De Luigi) e la bella Giulia (Valentina Ludovini) hanno tre figli: lui, responsabile delle risorse umane in un’azienda di supermercati, è un papà un po’ distratto e così assorbito dal lavoro da essere spesso “estraneo” a ciò che succede in casa; lei è un avvocato che per la famiglia ha rinunciato alla sua carriera. I loro tre figli sono Camilla (Angelica Elli), un’adolescente ribelle di 13 anni in pieno sviluppo ormonale e sentimentale; Tito (Matteo Castellucci), 10 anni, furbo e un po’ “terrorista” negli scherzi a familiari e amici; infine Bianca, 2 anni (Bianca Usai, figlia di Alessandro, produttore della Colorado Film), per certi versi ingestibile, che parla in modo confuso e si prende tutto ciò che vuole. Un bel giorno Giulia, stanca dopo 13 anni di tran tran quotidiano, decide di andarsene in vacanza a Cuba per dieci giorni con la sorella. Trovandosi solo, Carlo si ritrova all’improvviso in un vero e proprio incubo! Tra cene da preparare, inserimento all’asilo della bimba, confidenze imbarazzanti di Camilla che chiede consigli, giochi sfrenati con gli amici di Tito e appuntamenti saltati al lavoro, Carlo sopravvive a questi dieci interminabili giorni anche grazie al prezioso aiuto di Lucia (Diana Del Bufalo), una “tata perfetta” ma molto particolare, perché, all’insaputa di entrambi, è stato proprio Carlo a licenziarla alcuni giorni prima.
Stiamo parlando di “10 giorni senza mamma”, una commedia per tutta la famiglia diretta da Alessandro Genovesi, che ne ha curato anche la sceneggiatura assieme a Giovanni Bognetti, e al cinema dal 7 febbraio. Il film, che mette nuovamente insieme il regista con Fabio De Luigi (dopo Il peggior Natale della mia vita e La peggiore settimana della mia vita) e Valentina Lodovini (Ma che bella sorpresa), è stato ispirato dal film argentino Mamà Se Fue de Viaje, di Ariel Winograd, ma solo come “illuminazione”: “Ho apprezzato il nodo narrativo di quel film e la sua linearità – ha detto Genovesi -, ma mentre lì lui è in grande difficoltà nella gestione dei figli, qui il più grande problema per Carlo è la gestione del lavoro”.
Nel ruolo del padrone della fabbrica un convincente Antonio Catania, la cui “funzione” è quella di far capire a Carlo che non è adatto per quel lavoro. Divertente e ironico, 10 giorni senza mamma propone, tra altre cose, il dibattito sulla ricollocazione genitoriale e la necessità di riposo – spesso non capita dai mariti – che appartiene anche alle madri: fortunatamente lo fa senza riproporre però i tanti cliché di molte commedie incentrate sulla famiglia, spesso sfasciata: qui è la donna a ribaltare la scena, facendo scoprire a marito e figli nuove energie e una nuova realtà da cui ripartire. Nessuno in casa – è qui è anche un aspetto importante del film – giudica la decisione di Giulia, tutti continuano ad amarla.
Lei non è isterica, esaurita o depressa, ha solo perso la sua dimensione, la sua individualità e ha deciso di riprendersela, anche se questo significa lasciare per un po’ un marito che ama: insomma, Veronesi sembra dirci che non bisogna aver paura di seguire se stessi, perché chi ti ama veramente, non ti lascia, perché amare significa farsi carico di tutto ciò che è richiesto affinché si sia entrambi felici e in pace con se stessi. E proprio grazie a quella partenza Carlo scopre il suo vero essere: nelle tante vicende tragicomiche in cui è invischiato scopre di aver troppo trascurato i figli e la bellezza di far veramente parte del loro mondo, fino a sentire quel “papà” detto per la prima volta dalla bimba. Ma non solo: Carlo coglie interiormente di non aver mai compreso a pieno fino ad allora il faticoso e difficile ruolo di una madre full time.
Insomma, una commedia che non si preoccupa solo di far ridere ma anche di far riflettere, alla fin fine, sulla frustrazione di una donna nell’essere “solo” una madre e sul difficile connubio famiglia-lavoro. E’ vero che oggi molti mariti – per fortuna del loro rapporto e della società – si danno da fare nelle esigenze domestiche, i ruoli sono spesso interscambiabili, ma c’è ancora molto da fare culturalmente. Fare il mammo è poi una cosa così tremenda?
10 giorni senza mamma è una “pura”, semplice commedia per famiglie, dal ritmo veloce, senza retorica e abbastanza “reale”. Difetti? La comicità è troppo sulle spalle dell’inadeguatezza di Fabio De Luigi, creando così pezzi di vita, comici e che fotografano la realtà, ma non un film corale; altro difetto il titolo: toglie “suspense” a cosa aspettarsi!
Resta una domanda (magari un prossimo film?): cosa ha fatto Giulia a Cuba? Sarei curioso di sapere cosa è successo…