Tratto dall’omonimo romanzo di Laurent Binet, “L’uomo dal cuore di ferro” è un adattamento cinematografico eseguito con cura e dettagli raccapriccianti da Cedric Jimenez. Racconta l’Operazione Anthropoid che portò all’assassinio di del leader nazista Rehinard Heydrich interpretato dall’impeccabile Jason Clarke.
Interessantissimo il film sotto almeno tre profili. La nascita di un capo tremendo e temuto che passa attraverso il fallimento dell’uomo e della persona, addirittura inizialmente della negazione dei suoi sentimenti per Lina, (Rosamund Pike) la donna che poi lo sosterrà per tutta la vita, la spietatezza efferata di crimini di cui ancora portiamo i segni e lo spirito di una resistenza che crede nel bene.
Al centro di tutto Hitler, Himmler e Heydrich, le loro teorie folli di pulizia razziale, la ferocia dei metodi, la costruzione di un impero basato sul terrore e la consapevolezza che resistere diventa difficile, pericoloso, spesso costa la vita. Il ritratto di un uomo mediocre che, espulso dalla Marina con disonore, riesce a trasformarsi in uno dei più grandi criminali del nostro tempo. Un uomo che può suonare il piano col figlio e un’ora dopo fucilare mille persone. Un uomo che non trema mai, che abbraccia il nuovo ruolo con incredibile fiducia nelle sue capacità e nella violenza da applicare, un uomo che sacrifica tutto, anche il suo matrimonio, pur di non deludere il Reich.
Avvincente anche se a tratti molto dure da guardare le immagini di guerra, del dolore, della brutalità con cui si eliminavano vite e speranze dalla faccia della terra, a ricordarci che l’Olocausto è stata la più grande macchia dell’umanità, la nostra perdita più grande di amore e pietas, che nulla potrà mai cancellare.
Le forze del Bene e del Male in ogni epoca devono prendere forma e incarnazione e in questo film la Resistenza assume le sembianze di Jan Kubis e Jozef Gabcik, due cecoslovacchi che nel 1942 decidono con il loro gruppo di attentare alla vita di Heydrich. Paracadutati nella notte e coadiuvati da una rete di informatori e amori incontrati tra le mura amiche (Mia Wasikowska è Anna Novak, la ragazza di uno dei due) i ragazzi riescono ad orchestrare il delitto una mattina nel pieno centro di Praga. Heydrich resta ferito e morirà qualche giorno dopo in ospedale, i due vengono braccati fino all’amaro epilogo finale, il Male trionfa ancora per qualche anno fino a che un fungo atomico metterà fine ad una delle più grandi vergogni della nostra storia.